Italia, popolo di santi, poeti e navigatori, recitava il detto. E di emigranti. In cento anni, dal 1876 al 1976, 25,8 milioni di italiani hanno lasciato la loro città natale. Onde di famiglie in cerca di una vita migliore, poi trovata nelle Americhe, in Australia, nel Nord Europa.
Passiamo ad oggi. Le cose sono cambiate, ma il rapporto Italiani nel mondo 2009 ci dice che gli italiani residenti allestero sono quasi quattro milioni. Un po’ di più degli stranieri residenti in Italia. E la Sicilia, con 646.993 emigrati, è la regione che più contribuisce al fenomeno. Senza contare quelli che invece di sbarcare in terra straniera si accontentano di una vita al Nord. A Milano, Torino, Bologna.
Concentriamoci sulle facce di chi decide di andarsene. Ce le immaginiamo giovani, le rughe ancora non si intravedono, negli occhi la voglia di lavorare, di studiare o semplicemente di decidere come vivere la propria vita. Concentriamoci ora sulle loro ragioni. Nel 2010 lIstat ha registrato un tasso di disoccupazione del 27,6 per cento nella provincia di Catania per i cittadini tra i 18 e i 29 anni. Vuol dire che su cento ragazzi che cercano attivamente lavoro, 28 non riescono proprio a trovarlo.
E allora, se sei un ingegnere, non vai di certo a sputare su un’offerta di lavoro in Qatar. Passi il tempo a controllare oleodotti, ma almeno ti pagano, e anche bene. Se hai una laurea in Lettere, è probabile che accetterai un posto in un college inglese quando altre occasioni non le trovi. Forse odierai il tempo, leterno grigio, ma ehi, sei economicamente indipendente, le arance te le farai spedire.
Altri forse se ne vanno perché della Sicilia non ne possono più. Si sentono spesso per strada ragazzi che si lamentano delle istituzioni, della mentalità del posto in cui sono nati. E tra di loro ce qualcuno che muta gli insulti in un biglietto solo andata per dio-sa-dove. Bye bye Sicilia, ci si vede a Natale e a Pasqua.
Altri ancora però restano. Vuoi per amor di patria, vuoi per abitudine, vuoi perché se una vita te la devi costruire, lo fai nel posto in cui sai che vuoi trascorrere i tuoi anni. A quel paese la disoccupazione, la recessione economica, la mafia e tutto il resto. Io resto.
Questo progetto è finalizzato a capire quanto degli scenari sopra immaginati sia vero. Il suo scopo è scoprire se tra i giovani esistono cause di fondo o regolarità che li portino a scegliere se andare via o restare. Quanto è importante la mancanza di lavoro? Le istituzioni locali? La famiglia in cui si è cresciuti? Cosaltro ci influenza?
Il progetto si articola in due fasi. La prima dipende da te. Consiste in un questionario da riempire, con domande che vanno dal «quanti anni hai?» al «hai intenzione di andar via dalla Sicilia?». E’ importantissimo che le risposte siano più oneste e accurate possibili, al fine di avere delle conclusioni valide. Il processo è anonimizzato, nessuno verrà a cercarti e busserà alla tua porta per aver scritto la verità.
Più persone completano il questionario, più saranno i dati che ci aiuteranno a scoprire qualcosa in più della natura dellemigrazione giovanile di oggi. Quindi, ragazzi, diffondete.
IMPORTANTE: Per partecipare al progetto, devi avere tra i 18 e i 30 anni, ed essere attualmente residente nella provincia di Catania o essere originario della stessa.
La seconda fase è un po’ più noiosa, ma cruciale. I dati raccolti saranno sottoposti a unanalisi econometrica, che poi darà le risposte alle domande evidenziate sopra.
Per domande sulla metodologia, dubbi e curiosità, non esitate a contattarmi.
[Foto di Andrea Mucelli]
Disclaimer: I dati raccolti saranno usati esclusivamente al fine di completare l’analisi qui descritta. I dati non saranno usati a scopi promozionali o commerciali. Essendo la raccolta di informazioni anonimizzata, il sondaggio non compromette la confidenzialità dei dati sensibili dei partecipanti allo studio.
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