L’Upea Capo d’Orlando batte l’Olimpia Milano per 71-57, regalandosi un week-end e un lunedì dolcissimi. La vittoria dei siciliani non è maturata né in modo rocambolesco, né al photofinish, ma gestendo dal primo minuto all’ultimo un incontro che doveva semplicemente celebrare la quarta salvezza nella storia della società siciliana in serie A. Le scarpette rosse – sono chiamati così i giocatori della storica formazione milanese – perdendo al PalaFantozzi hanno subito la seconda sconfitta consecutiva in campionato, ma non hanno perso il primato. Il colpo messo a segno dai siciliani, seppur quasi impossibile da preventivare, permette alla formazione di coach Giulio Griccioli di mantenere la dodicesima posizione e contemporaneamente allungare la lista delle vittime illustri fatte in questa stagione. Sassari, Cantù, Venezia, Brindisi da oggi hanno qualcosa di comune in più con Milano.
I 3500 posti a sedere erano tutti pieni per seguire un incontro in cui l’Upea ha scavato subito il solco iscrivendo a referto 11 punti contro i quattro dell’Armani realizzati dopo sei minuti di gioco. C’è da non crederci quando, alla fine della prima frazione, i padroni di casa conducono sul 29-15. Causa una giornata non di certo esaltante al tiro, la Milano delle 20 vittorie consecutive in campionato viene contenuta dall’Orlandina, che non si scompone neppure quando gli ospiti tentano la rimonta. Nella terza frazione c’è da tenere i nervi saldi e seppure si segni pochissimo sono ancora i padroni di casa ad avere in mano l’inerzia del gioco. Come in un countdown che sembra non voler terminare, l’ultimo quarto ha portato in dote dieci minuti di gioco in cui tutto sarebbe potuto accadere se, ancora Capo d’Orlando, in particolare con Tyrus McGee, non avesse destinato al fondo della retina delle giocate da cineteca. A tre minuti dal termine l’impresa si è fatta chiara e al Pala Fantozzi è scoppiata la festa.
La vittoria di Capo d’Orlando è stata festeggiata paradossalmente anche con Milano. Battere la formazione campione d’Italia corona una stagione maiuscola per i siciliani, ma neppure il tifoso più affezionato si è lasciato sfuggire l’occasione per fare una foto a fine partita con i giocatori dell’Armani. Viceversa neppure coach Luca Banchi, ad inizio gara, si era sottratto alla possibilità di fare un selfie con alcuni ragazzi presenti al Pala Fantozzi. Due gesti che prima e dopo l’incontro hanno dato il giusto spirito alla gara.
Milano rimane matematicamente prima ma di questa sconfitta non fa alibi. «Voglio fare i complimenti a Capo d’Orlando per questa prestazione, noi siamo stati complici con un atteggiamento troppo permissivo. Concedere 29 punti in dieci minuti agli avversaria rende più complicato rientrare in partita – ha commentato in conferenza stampa l’allenatore Banchi – Questa sconfitta non mi spaventa. Sapevo che avremmo attraversato questo momento complesso, per noi è la 54° partita dell’anno ma dalle prossime settimane lavoreremo senza impegni settimanali. Esigo un particolare tipo di atteggiamento dalla mia squadra, per mantenere un’identità non solo legata ai 20 successi consecutivi in campionato, ma perché in quest’ultimo mese avevo fatto una proiezione verso l’alto di questo gruppo».
In casa Capo d’Orlando si sprecano sorrisi ed è chiara la soddisfazione. «Siamo contenti tutti, c’è poco da dire – ha riferito coach Griccioli – tanto di cappello a tutti. Non eravamo noi a dover fare la partita per essere più forti di loro, obiettivamente non lo siamo, ma se ci fossimo isolati saremmo stati stritolati. Mentalmente abbiamo tenuto con continuità e questo ci ha permesso di mantenere il vantaggio e avere la partita».
Se per l’Upea sarà un lunedì dolcissimo, lo stesso non potrà dirsi per l’Armani che tornerà in mattinata a Milano. Da parte della società lombarda resta però la soddisfazione d’essere stati accolti nella cittadina messinese con molto affetto. «L’abbraccio della città è stato incredibile – ha ammesso Banchi – sono arrivate qui famiglie da Catania, Palermo e Messina per vedere l’incontro. Nel tragitto dalla strada alla palestra siamo stati fermati da moltissime persone. Questo richiama più di quanto succede nel calcio, Capo d’Orlando è un posto speciale per fare pallacanestro. Non è scontato l’affetto che ci è stato dedicato in quanto squadra più forte e perché favorita». Il saluto di Capo d’Orlando a Milano è arrivato dai tifosi: «Ciao Milano. Ci rivediAmo il prossimo anno».
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