Ieri abbiamo parlato dello spostamento verso il centro del Pd siciliano. E del vuoto politico lasciato a sinistra dal Pd. Oggi il barometro elettorale proverà delineare lo scenario che si profila al centro dello schieramento politico siciliano che, agli occhi di un qualunque osservatore di cose politiche, si presenta particolarmente ‘affollato’.
Proprio alla luce delle tante formazioni politiche che si collocano in quest’area politica, un dato salta subito agli occhi: il centro dello scacchiere politico siciliano – luogo d’elezione della vecchia Dc – rimane ancora oggi il punto strategico della politica siciliana. Ancora oggi le elezioni, nella nostra Isola, si vincono conquistando i consensi del centro dello schieramento politico. Ci significa che la Sicilia rimane una terra di moderati.
Sono tante, dicevamo, le formazioni politiche che si collocano al centro dello schieramento politico siciliano. Noi ne analizzeremo solo alcune, magari le più ‘centriste’ (tanto per fare un esempio, anche il Movimento 5 Stelle – che potrebbe risultare la novità della competizione elettorale del prossimo 28 ottobre, prenderà una quota di elettorato moderato: ma noi non consideriamo questo nuovo Partito d’ispirazione centrista ma, semmai, espressione del voto di protesta che, in ogni caso, è importante che venga recuperato al dibattito democratico).
I primi due Partiti centristi per antonomasia sono l’Udc e il Cantiere popolare (conosciuto anche come PID: ma noi, d’ora in poi, lo chiameremo Cantiere popolare). Sulla carta, il primo – l’Udc – sembra più forte in virtù di un’accesa ‘campagna acquisti’: sono tanti i parlamentari uscenti passati, armi e bagagli, in questa formazione politica. Parlamentari uscenti che hanno lasciato il Pdl (per esempio il parlamentare regionale uscente eletto nel collegio di Palermo, Alberto Campagna) e lo stesso Cantiere popolare (per esempio il parlamentare uscente, sempre di Palermo,Nino Dina), per passare nell’Udc.
Nell’Udc – grazie anche al legame di questo Partito con il gruppo economico e finanziario che sostiene l’attuale capo del Governo del nostro Paese, Mario Monti – sono passati anche gruppi imprenditoriali siciliani di un certo peso. Nell’Udc, detto in parole più semplici, potrebbe essere avvenuto, pur con le dovute differenze, quello che avvenne con Forza Italia nel 1994, quando in tanti, nel vedere Berlusconi entrare in politica, si precipitavano per trovare posto nel nuovo soggetto politico.
La stessa cosa sta avvenendo con Monti. Anche perché certi ambienti economici siciliani hanno capito che Monti e Casini potrebbero essere comunque insieme alle prossime elezioni politiche. Da qui i ‘passaggi’ nell’Udc, che in Sicilia, si sa, riservano sempre qualche ‘rischio’.
In questa fase il Cantiere popolare è un po’ in sofferenza. A giudicare da quel poco che si conosce, a differenza dell’Udc, questo partito potrebbe scontare problemi di lista in qualche provincia.
Nel complesso, volendo fare una previsione, l’Udc siciliana dovrebbe essere un po’ sopra il 10 per cento. Mentre il Cantiere popolare dovrebbe stare tra il 7 e l’8 per cento.
Un terzo Partito che si colloca al centro dello schieramento politico è il Pdl. Questo schieramento politico, oggi, non è più quello di un anno fa. Tra l’altro, alle elezioni regionali Forza Italia non ha mai brillato come liste. I berlusconiani siciliani, negli anni migliori, non hanno mai raggiunto le percentuali che otteneva la Dc (i democristiani siciliani, per la cronaca, oscillavano fra il 33 e il 38 per cento dei consensi).
Volendo azzardare una previsione, il Pdl, considerata anche la lista di Nello Musumeci, dovrebbe collocarsi tra il 12 e il 14 per cento. Il risultato finale della lista del Pdl dipenderà molto dalla capacità di Musumeci di canalizzare il consenso che avrà – o quanto meno una parte del suo consenso – nelle proprie liste per il rinnovo dell’Ars.
L’esempio può essere rappresentato dal collegio di Catania. Dove Musumeci, con molta probabilità, sconvolgerà tutti i giochi e tutte le previsioni surclassando tutti gli avversari. Il barometro elettorale assegna a Musumeci (anche alla luce del fatto che per lui voterà il gruppo del Senatore Giuseppe Firrarello), nel collegio di Catania – con riferimento, ovviamente, ai voti per l’elezione del presidente della Regione – una percentuale che oscilla tra il 60 e il 70 per cento dei voti complessivi.
Molti di questi voti per Musumeci, nel collegio di Catania, saranno ‘disgiunti’: ovvero gente che voterà Musumeci alla presidenza della Regione e altri Partiti (anche di Sinistra) alle elezioni per il rinnovo dell’Ars. Sarà interessante capire quanto di questo consenso si canalizzerà nella ‘lista Musumeci’. E, di conseguenza, quanti voti, dal Pdl, si trasferiranno alla stessa lista Musumeci.
Il Pdl dovrà fare i conti con Grande Sud di Gianfranco Miccichè. Anche questo partito, ormai su posizioni autonomiste, mantiene comunque un forte rapporto con l’area moderata dell’elettorato siciliano. Si tratta di un partito da non sottovalutare, che darà battaglia in tutt’e nove i collegi dell’Isola. Un Partito che, seondo il barometro elettorale, potrebbe senza problemi raggiungere il 10 per cento dei consensi.
Una quinta formazione politica che intercetterà una quota dei voti moderati è il Partito dei Siciliani di Raffaele Lombardo (ex Mpa). Lombardo proviene dalla Dc. Di questo mondo ha conservato tante cose (magari non le cose migliori…). Le stime lo danno al 14 per cento. Il barometro non ci crede. E considerato che a Catania prdernno un sacco d voti a scapito di Musumeci, collochiamo questo Partito tra il 7 e l’8 per cento.
Un sesto Partito che possiamo ormai considerare di centro – cosa che abbiamo accennato ieri – è il Pd siciliano. Con l’eccezione di qualche parlamentare o dirigente di provenienza comunista che mantiene ancora i legami (non tanti) con il vecchio mondo della Sinistra, questo è ormai un Partito moderato. Lo stesso candidato alla presidenza della Regione di Pd e Udc, Rosario Crocetta, nei giorni scorsi, ha lanciato un appello ai moderati.
Quella di Crocetta è una mossa politica ed elettorale corretta. Ha capito di avere avversari agguerriti alla sua sinistra (Sel, Rifondazione comunista, Verdi, Italia de Valori di Leoluca Orlando, Un’Altra storia di Rita Borsellino e vari ‘Cartelli’ della Sinistra). E punta sui voti centristi, forte anche dell’alleanza con l’Udc.
Il Pd siciliano -volendo azzardare una previsione – parte dal 18 per cento di quattro anni fa. Un dato che molto difficilmente conserverà, vuoi per la linea politica governativa che ha tenuto in questi ultimi quattro anni, vuoi per la già citata concorrenza a sinistra. Per non parlare del fatto che una quota di elettorato – magari non eccessiva – di questo Partito potrebbe essere attratta dai grillini.
Al centro, per certi versi, soprattutto a Palermo, insiste anche Leoluca Orlando. Se fosse candidato, Orlando intercetterebbe un bel po’ di voti moderati, pur militando in un Partito – Italia de Valori – ormai collocato con chiarezza nella sinistra. Ma Orlando, si sa, è bravo a prendere voti, ma è molto meno bravo a ‘trasferirli’. Ciò significa che la quota di voti moderati che Italia dei Valori intercetterà non dovrebbe essere particolarmente significativa (magari con l’eccezione di Palermo dove molti moderati potrebbero votare per Italia dei Valori).
Va aggiunto che Carmelo Lo Monte, parlamentare storico della provincia di Messina, ha aderito a Italia dei Valori. L’elettorato di Lo Monte è per lo più moderato. Elettori molto legati a Lo Monte che non dovrebbero avere difficoltà a votare per il Partito di Di Pietro.
In ogni caso, Italia dei Valori non dovrebbe avere problemi a superare lo sbarramento del 5 per cento. Il barometro elettorale dà questo Partito al 7-8 per cento.
Non mancano altre formazioni politiche che insistono sul centro dello schieramento politico siciliano. Che significa tutto questo? Che, come detto all’inizio, in questo luogo della politica siciliana ci sarà un po’ di ‘folla’. Da qui una possibile riduzione dei consensi per tutti questi Partiti centristi. E anche qualche sorpresa: magari qualche Partito che potrebbe andare sotto le previsioni.
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