Barometro elettorale/ Sinistra rafforzata con ben due candidati

Un elemento è stato notato negli ultimi giorni dal Barometro elettorale: il rafforzamento della Sinistra, intendendo con questa parola non il candidato di Pd e Udc (cioè Rosario Crocetta), ma i candidati alla guida della Regione siciliana di Sel, Rifondazione comunista, Verdi, Un’Altra storia, ‘Cartelli’ della Sinistra e Italia dei Valori. Eh già, perché se prima della grande gazzarra dei giorni scorsi la Sinistra siciliana aveva un candidato – Claudio Fava – adesso ne ha due: Giovanna Marano in qualità di presidente e lo stesso Fava vice presidente.

Questo costituisce un grande vantaggio per la Sinistra. Proviamo a spiegare il perché.

In primo luogo – e questo salta subito agli occhi – Giovanna Marano e Claudio Fava potranno fare insieme le manifestazioni elettorali. E potranno decidere, anche, di lavorare in luoghi diversi. La Sinistra, insomma, avrà a disposizione due candidati che potranno raddoppiare gli sforzi: e cioè le manifestazioni e le persone alle quali illustrare il programma politico.

Non solo. Il Barometro elettorale è fermamente convinto che la Ministra dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, al contrario di quello che dice il candidato Rosario Crocetta, non ha voluto tutelare Fava: ha cercato, invece, di affossare la sua candidatura. C’è stato, insomma, un tentativo di confondere un po’ tutta la Sinistra siciliana. La manovra non è andata in porto perché il progetto politico, nonostante la scorrettezza del Governo nazionale, è stato messo in sicurezza.

Sempre secondo il Barometro elettorale, qualcuno ha provato non tanto e non soltanto a mettere in difficoltà Fava, ma a far cadere le liste della Sinistra per il rinnovo dell’Ars. Invece, come già detto, ci sono due candidati e, soprattutto, ci sono le liste.

Quello di considerare la Sicilia una terra preda del fatalismo potrebbe rivelarsi, questa volta, un errore di prospettiva politica. Ricordiamo che, a Napoli, ventiquattr’ore prima del voto, nessuno credeva alla candidatura di Luigi De Magistris. Città meridionale di antiche e consolidate clientele, sembrava impossibile che i napoletani voltassero pagina. E invece alla fine Napoli ha tirato un bruttissimo scherzo alla politica tradizionale.

La stessa cosa potrebbe avvenire in Sicilia. I big dei Partiti tradizionali si sentono sicuri. Pensano che i siciliani non sanno, per esempio, che la politica tradizionale ha già deciso di far pagare alle famiglie e alle imprese già al collasso, con le prossime tasse sui rifiuti, il debito di oltre un miliardo e 300 milioni accumulato proprio dai politici che oggi si presentano dietro le facce di Nello Musumeci, Gianfranco Miccichè e Rosario Crocetta.

Ma i siciliani devono sapere che i Partiti che stanno dietro questi tre candidati, poco più di un mese fa, in Aula – cioè a Sala d’Ercole, sede del parlamento dell’Isola – si sono categoricamente rifiutati di far pagare i debiti accumulati dai cosiddetti Ato rifiuti ai veri responsabili di tali disastri: e cioè agli amministratori degli stessi Ato.

Si tratta – lo ripetiamo – di una somma enorme: un miliardo e 300 milioni di euro al 31 dicembre 2008, che in questi quattro anni saranno ulteriormente lievitati (interessi e non soltanto interessi), considerato che il Governo Lombardo, in materia di gestione dei rifiuti, ha solo peggiorato la situazione.

I cittadini siciliani devono sapere – e, per rispetto della verità, il Barometro elettorale ha il dovere di ricordarlo – che se alla presidenza della Regione verrà eletto uno di questi tre candidati – e cioè Musumeci, Miccichè o Crocetta – i cittadini siciliani, non nel prossimo anno, ma nei prossimi anni, a partire dal 2013, pagheranno tasse sui rifiuti salatissime, con aumenti di 400-500, forse 600 euro all’anno.

Tutto questo per almeno dieci anni: tanti, infatti, ne dovranno passare per pagare i debiti stratosferici degli Ato rifiuti. Gli aumenti delle tasse sui rifiuti valgono, ovviamente, come già ricordato, per le famiglie e per le imprese. 

Va aggiunto, per completezza d’informazione, che, nei prossimi dici anni – sempre che, lo ripetiamo, alla presidenza della Regione venga eletto uno dei tre candidati già citati – famiglie e imprese della Sicilia pagheranno lo stipendio agli impiegati degli Ato rifiuti assunti senza concorso e con criteri rigorosamente clientelari.

Infatti, nel ‘Piano di riordino’ della gestione dei rifiuti voluto dalla vecchia politica siciliana non è previsto il licenziamento dei dipendenti dei vecchi Ato rifiuti. Clientele che restano a carico dell’ignara collettività siciliana. Non è un caso che nessuno dei tre candidati già citati, almeno fino ad oggi, ha affrontato questi ‘spinoso’ tema.

Insomma: secondo il barometro elettorale, questa ed altre storie potrebbero convincere i siciliani che è arrivato il momento di mandare in soffitta la vecchia politica siciliana. 

 

Redazione

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