Barbieri di Sicilia, un mondo che non c’è più Le foto che raccontano un mestiere rituale

Barbieri di Sicilia è un reportage nostalgico di un mondo che non c’è più e un documento storico per chi quell’epoca non l’ha vissuta, opera di un ritrattista famoso in tutto il mondo, Armando Rotoletti. Il fotografo di origini messinesi si è occupato di foto-giornalismo negli anni Ottanta e da una decina d’anni ritrae noti personaggi del mondo dell’arte, della cultura, dello sport, della moda e dell’economia. «L’idea alla base di questi scatti è nata nel 1991 a Corleone dove mi trovavo per realizzare un servizio sulla mafia per il Venerdì di Repubblica e – racconta Rotoletti – mi sono imbattuto per caso in un vecchio salone di barberia. Lì ho deciso che sarei andato in giro a ricercare questo tema».

La mostra, ospitata al Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele, si compone di circa quaranta fotografie in bianco e nero realizzate da Rotoletti tra il 1992 e il 1993 in molte barberie siciliane. Sant’Agata di Militello, Ragusa Ibla, Santo Stefano di Camastra, Messina, Patti, Agrigento, Palermo e molte altre città hanno permesso al noto fotografo «di indagare la figura mitologica e rituale del barbiere siculo, secondo un itinerario dettato dall’istinto», spiega. La rassegna, presentata anche a Milano e Patti – città d’origine di Rotoletti – è stata curata e fortemente voluta nel capoluogo etneo dal documentarista Elio Sofia.

Che spiega la dimensione mistica della figura protagonista delle sequenze di Rotoletti: «Il barbiere una volta era un confessore, l’uomo a cui ci si rivolgeva se si voleva comprare una casa, se si cercava un marito per la propria figlia, se serviva un mediatore per appianare un litigio con un vicino, o semplicemente per avere informazioni». E aggiunge che grazie ad approfondite ricerche si è fatto l’idea che «un tempo le figure più importanti in un paese erano quelle del sindaco, del parroco e del barbiere».

La collezione di immagini di Rotoletti, sponsorizzata dall’impresa Romana Ambiente, sarà fruibile al pubblico fino al 27 aprile, ad ingresso gratuito. «Mi auguro che i catanesi e i turisti accolgano positivamente l’invito ad esplorare questo mondo lontano e affascinante», conclude Sofia.

Cassandra Di Giacomo

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