Resto a Palermo o vado a Parigi. Queste le parole che Federico Balzaretti va ripetendo già da parecchi mesi, rassicurando, almeno parzialmente, i tifosi rosanero che vorrebbero tenersi e coccolarsi il proprio beniamino. Ma le parole, soprattutto nel mondo del calcio, non sempre sono seguite dai fatti.
Linteresse del Paris Saint German non è mai decollato ed il terzino della nazionale italiana, dopo lo splendido europeo disputato con gli azzurri di Prandelli, si ritrova al centro di una corte accalorata di parecchi club italiani. Roma, Milan, Napoli e Lazio sono le società che più di tutte hanno fatto sentire il proprio amore al numero 42 rosanero, che dal caldo sole delle sue vacanze, aveva sempre fatto trapelare lidea di non voler andar via da Palermo se non per trasferirsi a Parigi.
La situazione familiare è quella che lo ha spinto, almeno finora, a non cedere alle lusinghe delle romane e degli azzurri di De Laurentis. Ma in perfetta disforia con le parole del giocatore, arriva il forte pressing del suo entourage, formato da Alessandro Moggi e Marco Sommella, guarda caso i due procuratori che lanno scorso spostarono, allultimo secondo del mercato, Nocerino dal Palermo al Milan. La situazione non appare per nulla diversa: il contratto di Balzaretti scadrà a giugno del 2013 e il Palermo ha offerto al terzino rosanero un rinnovo ad un milione di euro.
La richiesta dellentourage di Balzaretti però appare diversa, e non in linea con il tetto ingaggi del Palermo, che notoriamente è bloccato a 1.200.000 , cifra che attualmente guadagna il capitano rosanero Miccoli. La proposta fatta pervenire da Moggi e Sommella a Perinetti sembra essere una chiara mossa per aprire la strada ad una possibile cessione, strategia identica a quella utilizzata dagli stessi procuratori per convincere la società rosanero a cedere Nocerino.
La strategia è semplice: chiedere al Palermo un ingaggio simile a quelli che possono garantirgli squadre decisamente più blasonate, sapendo già che il club rosanero non potrà accontentarne le richieste per non sforare il tetto salariale, stabilito a priori, fondamento cardine di ogni società di calcio.
Schermaglie di un addio quasi scontato, in un mondo, come quello delcalcio, in cui le parole contano poco, sicuramente meno dei giochi strategici dei procuratori.
Foto tratta da sportcafe24.com
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