Tre commissioni per il riscatto di Ballarò. Parte dalle associazioni la rinascita dello storico quartiere palermitano, alla ribalta della cronaca nelle ultime settimane per l’incendio che ha devastato il pub sequestrato al rampollo di mafia Gianni Nicchi e affidato a una cooperativa di imprenditori antiracket. Contro il degrado e l’abbandono, infatti, al fianco degli abitanti del quartiere, si mobilita la rete di enti e associazioni. Uno scatto d’orgoglio in un quartiere dove, spesso, il peso della solidarietà grava tutto sulle spalle del privato sociale.
«Lo Stato è assente, almeno lo è stato per molto tempo – dice chi ogni giorno lavora nel quartiere -, e a sostituirlo c’è da sempre il privato sociale, i salesiani, la Caritas». Così dopo la repressione messa in campo dalle forze dell’ordine con blitz a catena che hanno portato alla chiusura di attività storiche e multe a pioggia le associazioni hanno deciso di prendere in pugno la situazione. È nata così l’idea delle tre commissioni: “Cultura e beni comuni“, “Educazione, integrazione e accoglienza” e “Mercato, rete fognaria, rete stradale e rifiuti“.
Stileranno dei progetti da sottoporre all’amministrazione. «In questo momento – spiegano – non vogliamo che il Comune partecipi a queste commissioni, devono essere proposte che nascono dal basso». «La rinascita della città passa attraverso politiche di tutela e di valorizzazione del suo prezioso patrimonio storico e culturale – dice a MeridioNews Massimo Castiglia, consigliere della prima circoscrizione, impegnato in prima linea per risollevare le sorti dell’Albergheria -. Si vogliono fare asciugare anche le balate di Ballarò come è già successo alla Vucciria?». L’obiettivo è coinvolgere i commercianti e gli abitanti del quartiere in «un processo di rinascita – aggiunge Castiglia – perché manca la partecipazione. Si riparte se siamo tutti insieme, altrimenti non ripartiremo mai».
Il tema, dunque, è la partecipazione di tutti e per coinvolgere chi è nato e cresciuto nel quartiere si è pensato a un’operazione di volantinaggio e coinvolgimento porta a porta. «In questo momento Ballarò è un insieme di ghetti su ghetti – continua il consigliere -: gli immigrati, il mercato di San Saverio, realtà importanti come l’asilo multietnico “Il giardino di Madre Teresa” chiuso da più di un anno e mai più riaperto. Bisogna utilizzare questo momento per affrontare argomenti che sono stati tabù per troppo tempo qui a Ballarò». Per Castiglia è necessario che «l’amministrazione metta in condizione i commercianti di mettersi in regola: la repressione fine a se stessa non porta a niente. Lavoriamo per un piano di rilancio, risanamento e rigenerazione commerciale e facciamo che non si inneschi lo stesso meccanismo che ha portato alla morte del mercato della Vucciria, dove ai commercianti è convenuto affittare i propri locali piuttosto che continuare la propria attività e sono nati solo pub su pub».
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