«Stiamo ripulendo le insegne vandalizzate. Era giusto ripristinare subito le scritte in attesa di organizzare con il quartiere un evento per fare sentire la voce dell’accoglienza che caratterizza Ballarò, nonostante i tanti problemi». A scriverlo sono i volontari di Sos Ballarò sulla pagina Facebook dell’associazione. Solo ieri era stato lanciato l’allarme per le traduzioni in arabo ed ebraico cancellate con la vernice dai cartelli di piazza SS 40 Martiri, a pochi metri da uno dei centri di accoglienza per migranti più attivo sul territorio. «Aspettiamo che finisca in giornata il direttivo del centro Astalli: appena sapremo come vogliono comportarsi, noi ci accoderemo», spiega a MeridioNews Massimo Castiglia di Sos Ballarò. «Vogliamo che siano proprio loro a proporre per primi un’iniziativa».
«Stamattina, inoltre, il Comune era con noi». A venire a vedere da vicino infatti le condizioni delle targhe vandalizzate è stato il dirigente della toponomastica, l’architetto Michelangelo Salamone: «Aspettava di capire come muoverci insieme», precisa Castiglia. L’idea sarebbe quella di organizzare un’iniziativa pubblica per prendere le distanze dall’episodio, isolandolo. «Vorremmo porlo come fatto anacronistico – prosegue – Non solo l’atto vandalico in sé, ma anche questi deficienti che lo hanno compiuto, andando contro la storia di questa città». Intanto, il sindaco Leoluca Orlando ha fatto sapere che presto verranno collocate delle targhe nuove.
«Noi di Sos Ballarò abbiamo sentito stamattina un minimo di astio di una parte del quartiere, che lamentava le condizioni di degrado e di abbandono della zona – torna a dire Castiglia – Quindi è chiaro che qui c’è bisogno di una mediazione». L’iniziativa che vorrebbero intraprendere i volontari, infatti, non vuole essere una condanna nei confronti del quartiere e dei suoi abitanti, ma si pone piuttosto l’obiettivo di servire da monito e di innescare il meccanismo per cui quanto accaduto non si ripeta più. «Se ci sono dei problemi, se ne discuterà tutti insieme – dice – In molti, purtroppo, si lasciano influenzare da una stampa che alimenta l’intolleranza e che di fatto massacra i migranti. C’è un forte odio che arriva da una certa campagna mediatica, è lampante», denuncia il volontario, «questo non va bene».
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