Calci, pugni e nemmeno un euro nel portafoglio. Oltre alle ferite, il 18enne straniero originario del Bangladesh aggredito due notti fa in via Porta di Castro è stato anche derubato di tutti i soldi che aveva con sé. A denunciare pubblicamente l’accaduto è Manuela Casamento, che è stata tutrice volontaria del ragazzo, il suo primo minore migrante non accompagnato, fino a che lui non ha raggiunto la maggiore età a gennaio. Lei è stata il suo punto di riferimento e colei soprattutto che lo ha accompagnato nel complesso percorso verso l’età adulta e l’autonomia. «Cinque palermitani si sono accaniti contro di lui, picchiandolo e rubandogli anche i soldi, che si è guadagnato lavorando per tutta l’estate». Qualche ora prima, nel pomeriggio, nello stesso quartiere la stessa identica sorte era toccata a un altro migrante di origini bengalesi. Stesso copione anche quattro mesi fa: siamo ancora a Ballarò e ad essere preso di mira è un ragazzino della Costa D’Avorio, che per il trauma non ha parlato di quanto subito per giorni.
«Chissà quante situazioni ci sono e non emergono – non può non domandarselo, la tutrice -. Chi compie questi gesti terribili deve essere punito, nessuno può aggredire senza motivo e girare liberamente, come se niente fosse e magari essere “fiero” dell’aggressione che ha compiuto». Sono toni preoccupati, i suoi. Anche perché il ragazzo, sotto shock a causa di quello che gli è accaduto, non ricorda molti dettagli dell’aggressione e non ha ancora presentato una denuncia formale. «Non ricorda niente perché è svenuto, ha sbattuto la testa e ha l’occhio destro pieno di sangue e vede male». Intanto, a prendersi cura di lui sono i volontari dello Sprar in cui è ospite: «Ha vicino gli operatori della comunità, ma ovviamente lo sto seguendo anche io, sono stata suo tutore per quasi un anno e abbiamo un buon rapporto».
Ma quanto accaduto al 18enne del Bangladesh è solo uno dei tanti episodi che accadono, paradossalmente, proprio in quel quartiere di Palermo che più di tutti sta lavorando – ottenendo anche ottimi risultati – per instaurare un clima di vera e propria integrazione. Quasi come se fosse un quartiere, Ballarò, in conflitto fra due identità in contrasto, da un lato c’è chi accoglie e integra – la maggior parte -, dall’altro – parentesi eccezionali, che però esistono – chi si oppongono con la violenza a quanto di buono costruito finora. «Questo è il clima nel quale ci troviamo e sarà sempre peggio se non facciamo resistenza! Spesso molti ragazzi non parlano e non denunciano per paura».
Un po’ la stessa denuncia cui hanno voluto dar voce Emma Bonino e Carla Taibi realizzando un dossier che raccoglie e documenta tutte le aggressioni a sfondo razzista contro i migranti avvenute in Italia da giugno ad oggi. Un lavoro faticoso, che non aspira a dare contezza di tutti gli episodi effettivamente accaduti, ma che contribuisce a restituire «la misura della caccia allo straniero» dalla quale persino Palermo non è immune.
«Anche la Sicilia avrà il suo avamposto spaziale. L'Osservatorio astronomico dell'Esa consentirà di perlustrare gli spazi più…
Una donna che cercava di portare 30 grammi di hashish nel carcere Lorusso di Pagliarelli…
La polizia di Stato ha eseguito il provvedimento con il quale il questore di Catania ha decretato…
«Abbiamo vissuto una serata di grande paura ma adesso fortunatamente possiamo tirare un sospiro di…
Con separati provvedimenti è stata dichiarata dal Prefetto di Trapani la sospensione ope legis della presidente del…
«Aiutare chi è in difficoltà e fuma, a smettere di fumare». Può essere sintetizzato così…