Bagni di mezzanotte e falò sulla spiaggia lasciano dietro di sé, come da tradizione ormai, strascichi del proprio passaggio. Dalla mancata «gemella dello Zingaro» a Terrasini al litorale di Balestrate è un trionfo di immondizia, plastica e materassini dimenticati, fra lo slalom indifferente dei bagnanti del giorno dopo
Baia di San Cataldo, dopo i liquami i rifiuti di Ferragosto «Lottiamo contro l’inciviltà, ma mettiamo anche i cestini»
Enormi sacchi neri dell’immondizia, bottiglie ormai vuote e quel che resta di piatti di plastica e cibo avanzato. C’è anche la carcassa di un materassino gonfiabile afflosciato su di sé e ormai inutilizzabile, insieme a tutto il resto, sulla spiaggia di San Cataldo a Terrasini. La cosiddetta «gemella dello Zingaro» protagonista suo malgrado, anche questa estate, delle cronache che ne hanno raccontato la trasformazione in baia dei liquami. Appena due settimane fa, infatti, gli ennesimi sversamenti illeciti nel fiume Nocella e nell’affluente Puddastri che hanno regalato un nauseabondo ammasso di melma al mare che fino a pochi giorni prima era cristallino, uccidendone i pesci e avvelenando ogni cosa. Ma al peggio sembra non esserci mai fine. Ai liquami neri si aggiungono adesso anche gli strascichi del Ferragosto.
Qualcuno, infatti, sembra aver tenuto in considerazione la baia come meta ideale dei festeggiamenti del 14 e 15 agosto, malgrado le condizioni non proprio ottimali in cui tornano, instancabili, a presentarsi spiaggia e mare. «Ecco come si presenta questa mattina la Baia di San Cataldo – denuncia la consigliera comunale di Terrasini Eva Deak – Vergogna agli incivili e vergogna ad una amministrazione che fa protocolli d’intesa, ma che senza richieste di intervento non fa scendere gli operatori in baia per togliere la spazzatura. Magari se ci fossero dei cestini il problema sarebbe minore. Bisogna lottare contro l’inciviltà! Però bisogna anche garantire dei cestini per poter depositare i rifiuti differenziati». Non sono stati risparmiati neppure i ruderi ancora in piedi della chiesetta che sorge sulla baia: qualcuno infatti è stato visto prendere alcune assicelle di legno e ammucchiarle tutte insieme, forse in vista del falò del 14. All’orizzonte, d’altro canto, nessuna traccia dei cestini reclamati dalla consigliera Deak lungo una spiaggia in cui vige il divieto di balneazione e tende a essere frequentata pochissimo.
Ma quello della baia di Terrasini non è certo un caso isolato. Basta, infatti, spostarsi di pochi chilometri per trovare, all’indomani del Ferragosto, scenari simili. A Balestrate, per esempio, la spiaggia si è risvegliata, la mattina del 15, completamente disseminata di bottiglie di plastica e sacchetti di immondizia qua e là. Tra un cumulo e l’altro, i bagnanti rassegnati e le tende da campeggio di chi era arrivato la notte prima. Qualcuno è costretto, per raggiungere il punto prescelto in cui piazzare telo e ombrellone, a fare lo slalom tra i rifiuti, sfoggiando però un’inaspettata indifferenza.
Diversa, invece la situazione di Carini dove, con largo anticipo, il sindaco Giovì Monteleone ha imposto uno spiegamento di forze straordinario per contrastare i potenziali incivili che il Ferragosto porta ogni estate con sé. Per tutta la settimana, a cominciare da lunedì 13, si sono date il cambio pattuglie notturne, vigili urbani e protezione civile. Ma in campo sono scesi anche i volontari, gli ispettori ambientali, gli operatori ecologici e le auto civetta, per non parlare di un apposito servizio di videosorveglianza attivo 24 ore su 24. Strumenti e soluzioni per scrollarsi di dosso l’ingrata etichetta di città dei rifiuti.