Il Comune di Avola finisce sotto la lente d’ingrandimento della prefettura per l’ipotesi di scioglimento. La notizia è arrivata in serata, a renderla nota è stato l’organo territoriale del governo che ha inviato oggi la commissione che si occuperà della verifica degli atti amministrativi, per capire se emergono profili di condizionamento dell’operato pubblico. L’accesso durerà tre mesi, potenzialmente prorogabili di altri tre.
In questi anni il Comune è finito più volte al centro dell’attenzione della magistratura. Risale al mese scorso la notizia dell’indagine sugli appalti pubblici gestiti dall’ente locale che vede coinvolti anche il sindaco Luca Cannata – in queste settimane impegnato nella campagna elettorale per le Europee nelle file di Fratelli d’Italia – e diversi dipendenti comunali, oltre a una serie di imprenditori che avrebbero ottenuto benefici. In tutto sono 18 gli indagati, i reati contestati sono truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico.
A finire al vaglio dei magistrati, due anni fa, sono stati invece fatti legati alla precedente amministrazione, quella guidata da Antonino Barbagallo. Coinvolto in quella indagine un ex assessore, oltre a funzionari, dipendenti e ancora una volta imprenditori. Le vicende in questo caso riguardano gli anni 2011 e 2012. Un discrimine indirettamente richiamato oggi dal vicesindaco Massimo Grande che si dichiara tranquillo: «Porte aperte al comune di Avola. Mi farebbe piacere comprendere quali siano i termini che hanno portato il prefetto e il ministro dell’Interno a decidere per l’accesso antimafia ma da sette anni siamo sempre stati trasparenti e questo potrà solo rafforzare la limpidezza della nostra azione amministrativa».
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