Autostrade, Cas nel mirino di dipendenti e pendolari Proteste in piazza. «Indietro su contratti e sicurezza»

Incroceranno le braccia il prossimo 29 gennaio i lavoratori del Consorzio autostrade siciliane. Si è chiuso negativamente il tavolo convocato in prefettura dove si è svolto il tentativo di conciliazione obbligatorio. I lavoratori del consorzio lamentano il blocco del contratto, al centro di una diatriba di applicazione tra quello nazionale delle autostrade e dei trafori e quello regionale. «Serve un piano operativo straordinario per rilanciare il Consorzio Autostrade Siciliane, ridando stabilità, efficienza ed economicità insieme al recupero di una gestione legittima e trasparente». A dirlo è Letterio D’Amico, segretario provinciale della Fit Cisl Messina, a margine del sit-in di protesta dei dipendenti che si è svolto in mattinata sotto la sede della prefettura di Messina.

«Da anni i lavoratori sono lasciati nelle mani di amministratori e management improvvisati che non riescono a superare le criticità gestionali amministrative e tecniche – sottolinea piccato D’Amico – La gestione dei lavoratori e degli aspetti contrattuali è stata caratterizzata da una sistematica violazione del contratto di lavoro, mai adeguato alle normative vigenti, con la mortificazione delle professionalità esistenti, la totale assenza di relazioni sindacali e da azioni datoriali unilaterali senza alcun confronto. Per la Fit Cisl – conclude D’Amico – occorre ripartire dalla valorizzazione delle risorse umane e professionali interne all’ente». Sulla stessa lunghezza d’onda Michele Barresi della Uil Trasporti. «I lavoratori non posso accettare questa disparità di trattamento», dichiara. 

Il direttore generale del Cas Salvatore Minaldi apprende da MeridioNews la proclamazione dello sciopero dei lavoratori del Cas. «Il consorzio applica il contratto regionale – commenta Minaldi – Ci limitiamo ad adottare quanto previsto dalla legge e ricordo che ci sono sentenze che hanno già respinto i ricorsi presentati sull’argomento. Auspichiamo che il Cas diventi ente economico per poter modificare la situazione. Ma al momento possiamo solo limitarci ad applicare quanto previsto dalla normativa». 

Il Cas non dorme sonni tranquilli anche su altri fronti. Domenica a Letojanni e il 24 a Messina, sono state organizzate due manifestazioni contro le condizioni in cui si trova la A18 Messina-Catania. Anima della prima è il Movimento 5 Stelle, mentre per la seconda la mobilitazione parte dal gruppo Facebook A18 e A 20 le strade della vergogna. «Siamo stanchi di questo lassismo, il Cas andrebbe chiuso. Dovrebbero ritirargli la concessione per inadempienza nei riguardi di quelli che sono i più banali standard di sicurezza che dovrebbero garantire a noi pendolari paganti», afferma Stefano Costantino, amministratore del gruppo che conta circa 14mila utenti. «Si tratta di persone che ogni giorno segnalano le pessime condizioni in cui versano le nostre due infrastrutture principali, l’A18 e l’A20 – continua – In tre anni abbiamo raccolto migliaia di foto, un archivio incredibile di indecenza della cosa pubblica. Ci avevamo promesso che nel 2019 avrebbero provveduto alla manutenzione ordinaria delle due arterie e sarebbero partiti due grandi cantieri, quello che riguarda la riasfaltatura (con asfalto drenante) del tratto Tremestieri-Giarre e la costruzione di due gallerie paramassi, dove oggi c’è la famosa frana di Letojanni». 

Ecco perché hanno organizzato giorno 19 in Piazza Caglia a Letojanni una manifestazione per far sentire il loro dissenso. «L’impresa che si è aggiudicato l’appalto per i lavori sulla frana è in attesa di una barriera di protezione che consenta agli operai di operare in sicurezza», spiega il direttore del Cas Minaldi. Sul fronte dei lavori di pavimentazione aggiunge che si sta «seguendo la legge e i tempi che vengono dettati dalle normative. Si stanno eseguendo delle verifiche sulla busta dell’azienda che ha fatto l’offerta migliore. Ha già presentato le giustifiche e tra due settimane dovremmo arrivare all’aggiudicazione».

Simona Arena

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