Gratteri? «È il Falcone di oggi, attenti a non isolarlo» Bonaventura e la rete di denuncianti in marcia il 18

«Nicola Gratteri è andato ben oltre il proprio dovere, questo va riconosciuto. Ma soprattutto condiviso, sostenuto». Non ha dubbi Luigi Bonaventura, il collaboratore di giustizia che ha fondato l’associazione dei Sostenitori dei testimoni e dei collaboratori di giustizia che ha la sua sede a Palermo, poco distante dal tribunale. E che ha deciso di sposare l’iniziativa in programma per domani, sabato 18 gennaio, che prevede una manifestazione a Catanzaro. L’appuntamento sarà alle 11 davanti alla procura. Un modo per esprimere vicinanza al procuratore capo Nicola Gratteri, che appena un mese fa ha firmato una delle operazioni antimafia più grosse degli ultimi tempi. Da qualcuno definita addirittura «la più grossa operazione contro le mafie dopo il maxi processo» visto il notevole dispiegamento di forze, che si è coordinato fra le varie città coinvolte, e il numero di arresti, oltre 300. Un’operazione accolta dai più con entusiasmo e positività. Ma non è mancata qualche isolata critica, «e i mafiosi nascosti più in alto?», ha sbottato qualcuno, alludendo forse a corruzioni eccellenti.

«Ogni magistrato in realtà deve fare il proprio dovere, è pagato dai contribuenti, chi non lo fa merita rispetto ma non sudditanza. Ci sono però alcuni magistrati che vanno oltre il proprio dovere e oggi, in questa nazione fortemente contaminata, l’operazione che ha fatto Nicola Gratteri è una cartolina, un identikit del volto che hanno oggi le mafie – osserva Bonaventura -. Sappiamo che per fare questo ci vuole davvero tanto coraggio e quindi la popolazione e la politica dovrebbero stare vicine a questi magistrati, per non rivivere ancora una volta la brutta esperienza accaduta già ai tempi di magistrati come Falcone e a Borsellino». L’attenzione per il lavoro di Gratteri, insomma, è un po’ un atto dovuto, da parte dell’associazione di Palermo. «Con cognizione di causa e senza leccare il culo a nessuno posso dire che Gratteri è il Falcone dei tempi di oggi». Lo dice, Bonaventura, conscio del fatto che altri, prima di lui, hanno comunque tentato di ottenere gli stessi importanti risultati senza riuscirci «per via dei tempi difficili». Gratteri insomma potrebbe essere, secondo l’associazione di Palermo, un personaggio da cui la vera antimafia, quella dei fatti e delle azioni, potrebbe ripartire.

«Lui è stato capace di mettere in campo tutte le sue più grandi qualità tecniche e di esperienza, e non solo – dice ancora Bonaventura -. Ha fatto una cosa veramente straordinaria, oltre a quello di esporsi a un rischio eccessivo. Ha cercato di usare tutta la sua influenza per cercare di concentrarla su questa operazione fatta per il bene di tutti, non certo per interesse suo. Conosco bene la procura di Catanzaro, è una delle 14 con cui ho collaborato, resta il mio domino, conosco anche alcuni dei magistrati che lavorano lì e confermo che gli uomini che lui guida sono seri e di valore». Tutte considerazioni che stanno alla base della decisione di andare domani a Catanzaro.  Decisione che in tanti hanno in realtà preso. Perché per domani è prevista una grande mobilitazione, tanto che molti cittadini di altre regioni si stanno organizzato con carovane di auto e di pullman.

«Sta accadendo qualcosa di molto interessante – scrivono proprio gli organizzatori dell’evento, sponsorizzato soprattutto attraverso i social -, il Sud reagisce, non si fa zittire dalla paura. Lo si è visto a Foggia, città sotto attacco, con il suo vastissimo territorio, da parte di una mafia poco nota, rozza, di primordiale ferocia. Una comunità che pareva paralizzata dal terrorismo mafioso si è riversata nelle strade, in ventimila, con decine di sindaci con la fascia tricolore (e qualcuno con la coda di paglia…). Il messaggio è stato chiaro: nessuno viene lasciato solo dinanzi al crimine. E già stanno sorgendo coordinamenti, iniziative. E il messaggio di sabato a Catanzaro è proprio questo, che le istituzioni non sono lasciate sole nella lotta al crimine organizzato. Ripulire la Calabria, il Sud, l’Italia è un’opera collettiva, sociale, che non può essere lasciata ai soli “organi competenti”. Ci tocca, tocca a tutti noi». E, quindi, ecco che tutto è pronto per domattina. Qualcuno è anche già in viaggio destinazione Catanzaro. «Abbiamo bisogno di un condottiero che liberi la Calabria – torna a dire Bonaventura – e lui interpreta perfettamente questo ruolo, sono anni che si sacrifica. Il segnale che si vuole dare a questo magistrato è nell’ottica anche del segno da lo si vuole in realtà dare anche ad altri magistrati che vorrebbero fare di più ma che magari non possono, per dire che la popolazione gli sta vicino, così come la politica e la stampa».

All’insegna di una lotta che si fa quindi comune, che diventa di tutti. Che lo è sempre stata, ma che in passato ha mancato, forse, di consapevolezza e opportunità. «Noi dobbiamo colpire in alto, quelli che io ho ribattezzato i colletti grigi, una fusione tra colletti bianchi e zona grigia. Mi sembra un valido motivo per mobilitarci – insiste Bonaventura -. Siamo tutti quanti a inveire e a gridare quando arrestano i soliti noti, che sono pericolosissimi, ma sono anche i classici uomini d’onore, la ‘ndrangeta balorda, il braccio armato. Ma quando toccano i colletti grigi tutti gridano allo scandalo, la stampa non dà risalto, la politica si disturba, quindi se non lo facciamo noi cittadini onesti chi lo deve fare? Visto che il nostro paese è seriamente contaminato e non sono io a dirlo, ma gli atti giuridici». La manifestazione di domani è stata già preceduta da un altro evento simile, organizzato lo scorso 10 gennaio, questa volta davanti alla prefettura di Udine. E anche lì i membri dell’associazione di Palermo non hanno fatto mancare la propria presenza.

«Vorremmo dire che i vari Gratteri sono patrimonio di tutta la nazione. Vorremmo fare arrivare tutto il nostro incoraggiamento a queste persone, dire loro che non sono sole, che la gente onesta è al loro fianco. Incoraggiando anche la stampa a parlare di più anche quando si toccano mafia e ‘ndrangheta borghese, quella intelligente, invisibile, che poi tanto invisibile non è…perché qualcuno alla fine viene smascherato, solo che succede che una volta scoperti diventano intoccabili e la storia si ripete». Un motivo in più, quindi per esserci domani. «Faremo la nostra umile parte, sperando che siano in tanti a capire questa iniziativa. Gratteri è andato oltre – ribadisce Bonaventura -, non sarà chi lo vuole morto a premere il grilletto, com’è stato per Falcone e Borsellino. Quindi puntiamo i riflettori, rendiamolo un percorso trasparente. Non difendiamo Gratteri perché è noto, insieme a lui difendiamo anche tutti gli ultimi degli ultimi, tutti i denuncianti, che noi vogliamo sostenere senza distinzione alcuna».

Silvia Buffa

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