Assassinato il leader dell’opposizione: caos e barricate a Tunisi

Chokri Belaid, capo del partito d’opposizione Movimento dei Patrioti Democratici (MOUPAD) è stato assassinato stamattina (6 Febbraio 2013) con tre colpi d’arma da fuoco ravvicinati. La reazione di militanti e simpatizzanti del MOUPAD è stata immediata. Ci sono dure manifestazioni già degenerate in violenza e barricate. Un poliziotto è morto.

Il noto quotidiano francese Le Monde riporta che la guardia nazionale ha cercato di disperdere la folla davanti al Ministero dell’interno a Tunisi. I manifestanti hanno reagito con lancio di vari oggetti, tavoli, e vere e proprie barricate di cassonetti e materiali vari. Sempre secondo Le Monde, un poliziotto Lotfi Alzaar, 46 anni è morto, in una località tunisina, a seguito delle ferite riportate negli scontri.

Con coppola e baffi, Chokri Belaid, avvocato, sembrava un siciliano d’altri tempi così come il suo partito il cui programma prevede tra l’altro la riforma agraria, cavallo di battaglia di Pci-Psi siciliani negli anni ’40 e ’50, il dirigismo economico, la vera parità di genere, un potere giuridico indipendente, un’amministrazione neutra e obiettiva, il decentramento amministrativo alle regioni, una politica economica di redistribuzione del reddito anche alle classi popolari. Nel complesso, il suo movimento, fondato ufficialmente nel Marzo del 2011, è rappresentativo della sinistra ed ha attratto vari settori e altre formazioni d’ispirazione socialista e comunista. D’altronde nel suo programma si prefigge la partecipazione alla lotta contro la globalizzazione e contro “il capitalismo internazionale, i suoi collaboratori e i suoi agenti locali”. Nella politica estera non accetta compromessi con Israele. (nelle foto Chokri Belaid in mezzo ala gente, tratta da www.thenewstribe.com e vestito da avvocato ma sempre con la coppola, tratta da www.ctpost.com).

Fortemente idealista,  Chokri Belaid, morto ad appena 47 anni, gode di un vasto consenso popolare in Tunisia e rispetto anche negli altri partiti politici. Il presidente della Tunisia Moncef Marzouki, di tutt’altra fazione politica, ha immediatamente condannato “l’odioso omicidio politico di  Chokri Belaid” ed ha aggiunto “smaschereremo i nemici della rivoluzione”, così come il Presidente francese François Hollande che ha dichiarato: “Questo omicidio priva la Tunisia di una delle voci più coraggiose e più libere”.

Per domani si profila uno sciopero generale chiamato da quattro partiti tunisini d’opposizione (Nida Tounès, Al-Joumhouri,  Al-Massar e il Fronte Popolare) che hanno anche annunciato di sospendere la loro partecipazione ai lavori del Parlamento.

Il primo ministro tunisino , Hamadi Jebali, ha deciso di sciogliere il gabinetto di governo e formarne uno d’unità nazionale e composto da tecnici “apartitici” con un mandato limitati e fino ad elezioni anticipate, che si dovrebbero tenere a Giugno di quest’anno.

Da alcuni mesi, il governo del partito islamista Ennahda non riusciva a gestire una situazione di estrema povertà ereditata dal passato, ma ulteriormente aggravata dagli effetti della rivoluzione “del Gelsomino” del 2010-2011 e da due anni di rigore eccessivo in campo economico. Già qualche mese fa un’intera città di medie dimensioni si rivoltò contro il governo.

Si apre così un nuovo periodo di turbolenze e rischio di generalizzazione della violenza in un Paese, la Tunisia, poco conosciuto da noi siciliani nonostante la prossimità geografica e culturale. Non sarebbe il caso che i nostri governi siciliani e italiani iniziassero a considerare un rapporto più attivo e speciale nel sostegno alla giovane democrazia tunisina?

Gabriele Bonafede

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