A più di due mesi dall’avvio dell’Anno Accademico, nella sede di Ragusa della facoltà di Lingue non sono ancora partiti i lettorati di Lingua araba. Il ritardo è dovuto alla mancata pubblicazione dei bandi per i lettori di madrelingua. Dopo continui rinvii, motivati da parte dell’amministrazione centrale dell’Ateneo con l’insufficienza di fondi dovuta ai tagli, la questione è giunta all’attenzione dell’ultima seduta del Senato accademico (3 dicembre) con una lettera di protesta firmata da un folto gruppo di studenti. Lo sblocco dei bandi ha però incontrato resistenze in seno al Consiglio d’Amministrazione riunitosi il pomeriggio dello stesso giorno, il quale ha rinviato ogni decisione, sospendendo così l’attivazione della procedura.
«Nessuna lingua può essere insegnata senza l’apporto di lettori madrelingua», dichiara la professoressa Mirella Cassarino, docente di Lingua e Letteratura Araba. «Per l’arabo, a maggior ragione, è indispensabile che gli studenti si esercitino sia nella lingua classica, sia nell’arabo moderno standard, sia praticando il parlato: nei diversi paesi si parlano infatti dialetti specifici, che variano molto tra loro. Per questa ragione una buona preparazione richiede che gli studenti possano apprendere almeno due dialetti di aree geografiche differenti. Da ciò deriva la necessità di avere due lettori provenienti da paesi diversi. I collaboratori linguistici di madrelingua che hanno garantito l’insegnamento negli anni scorsi, provenienti uno dal Marocco e uno dalla Tunisia, aspettano da molti mesi che vengano pubblicati i bandi per l’attribuzione dei contratti. A causa di questo ritardo, a Ragusa i lettorati di arabo non sono ancora iniziati».
La professoressa Cassarino non nasconde la sua preoccupazione: «Per permettere il normale svolgimento della didattica ed impedire che gli studenti perdano l’anno i bandi vanno pubblicati prima possibile. Un Ateneo che intrattiene rapporti con i paesi del bacino del Mediterraneo non può non garantire lo stretto indispensabile per discipline che favoriscono l’internazionalizzazione. Mi auguro che l’Ateneo faccia gli investimenti necessari sull’insegnamento della lingua araba e delle lingue orientali in generale. Mi preme oltretutto ricordare che all’interno dell’Università di Catania studiano l’arabo circa mille studenti e che il corso di laurea attualmente attivo a Ragusa è l’unico in Sicilia e nel Mezzogiorno, al di sotto di Napoli, nella quale si insegni anche lingua e letteratura giapponese».
Come s’è detto, anche gli studenti della sede iblea hanno alzato la voce contro il mancato svolgimento dei lettorati con un’istanza indirizzata al Rettore, nella quale chiedono di «adottare ogni provvedimento perché con la massima urgenza si dia corso ai bandi di reclutamento dei collaboratori linguistici di Lingua araba». Nel documento gli studenti lamentano inoltre che, senza l’ausilio delle lezioni di lettorato «non sono nelle condizioni di svolgere alcuna attività didattica finalizzata ad un’effettiva conoscenza della lingua straniera per la quale hanno scelto di iscriversi a questa facoltà in questa università» e sottolineano che «lo studio della lingua araba è disciplina fondamentale e si snoda su tutti i tre anni di corso per il conseguimento delle lauree triennali e specialistiche attive nella Facoltà. Ne consegue che, qualora non si provvedesse con la massima tempestività e urgenza a mettere a disposizione degli studenti i collaboratori linguistici di cui in oggetto, ne deriverebbe un danno gravissimo alle carriere accademiche, non potendo essi conseguire la laurea nei tempi regolamentari».
Alcuni membri del Consiglio d’Amministrazione, consultati da Step1, non hanno voluto per adesso esprimere pareri di merito né rilasciare dichiarazioni. Si sono limitati a confermare che la questione era stata posta in delibera all’interno del Consiglio, ma che le decisioni sono state rinviate a data da destinarsi. Paolo Pavia, rappresentante degli studenti di Ragusa nel consiglio di facoltà di Lingue, particolarmente impegnato a sollecitare una rapida risoluzione della vicenda, interpellato da Step1, dichiara di «continuare a riporre fiducia in un intervento risolutivo da parte del Rettore».
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