«Abbiamo protestato per difendere la nostra dignità, il nostro posto di lavoro e i nostri soldi. Non possiamo accettare quello che per noi è, a tutti gli effetti, un ricatto occupazionale». A parlare a MeridioNews è Rita Lo Faro, una delle operatrici della cooperativa Glicine che si occupa dei servizi di pulizia, mensa e assistenza all’interno dei nove asili comunali catanesi.
Gli stipendi arretrati da una parte, il futuro lavorativo dall’altra. «Non ho avuto nessun dubbio su come agire e mi sono rifiutata di firmare un documento in cui mi veniva chiesto di rinunciare a ciò che mi spetta». Un foglio che la signora Rita ha lasciato in bianco dove si legge «dichiara di rinunciare al decreto ingiuntivo che, pertanto, deve essere considerato come mai emesso, nonché alle azioni esecutive poste in essere per ottenere il pagamento delle somme dovute».
Creditrici di una decina di mensilità non percepite, le operatrici hanno chiesto e ottenuto dal tribunale di Catania un decreto ingiuntivo di fronte al quale la cooperativa Glicine ha proposto un’opposizione che ancora oggi è pendente. Intanto, il tribunale ha concesso la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo «ed è pendente – si legge nel documento da compilare inviato alle lavoratrici – una azione esecutiva di pignoramento presso terzi per il soddisfacimento del suo credito». Per risolvere la controversia in atto si chiede alle operatrici di rinunciare al decreto ingiuntivo e, quindi, anche alle retribuzioni passate.
«Io non ho firmato e, come me, anche altre 26 operatrici e nessuna di noi è stata riassunta», lamenta Lo Faro che questa mattina, durante la giornata di accoglienza per i bambini alla quale erano presenti anche il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo, insieme alle ex colleghe si è presentata per manifestare davanti ai cancelli dell’asilo nido Giostra dei bimbi di via Calipso. Alcune delle operatrici rimaste senza lavoro hanno esperienza trentennale nel settore e famiglie dove il loro era l’unico stipendio garantito. «Nel frattempo – aggiunge – è stato assunto altro personale» per i tre mesi per cui la cooperativa ha ottenuto la proroga del servizio in attesa di potere fare la gara d’appalto il prossimo gennaio.
«Quando abbiamo avuto chiaro il quadro della operatività del servizio – spiega l’assessore Lombardo a MeridioNews – ho convocato il titolare della cooperativa e le sigle sindacali». Durante l’incontro dello scorso 1 ottobre è l’assessore a rappresentare la «necessità di riassumere tutto il personale ausiliario che ha operato in questi anni. In quell’occasione – aggiunge – il sindacato più rappresentativo delle operatrici interessate sembrava d’accordo per la conciliazione». Nel tavolo sindacale, poi, il presunto accordo si risolve in un nulla di fatto. «Anche oggi, dopo avere ascoltato le operatrici – dice Lombardo – ho richiamato il titolare della cooperativa per sollecitarlo in quella direzione consapevole però che il mio ruolo non può andare oltre il monito e non può entrare in conflitto con la libera iniziativa di un privato».
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