«L’amministrazione comunale ha fornito ieri i numeri ufficiali della situazione degli asili nido. Saranno almeno 50 le lavoratrici ausiliarie che verranno licenziate dal 1 febbraio 2015». Ad affermarlo, in una nota congiunta, sono Matteo Iannitti di Catania bene Comune e Nino De Cristofaro dei Cobas. Entrambi, presenti alla riunione di ieri convocata per discutere del nuovo bando per i servizi ausiliari, alla presenza dell’assessore ai Servizi Sociali Angelo Villari, insieme al suo predecessore Fiorentino Trojano e dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Diccap, concordano nell’affermare che «se non si bloccherà il bando non si rivedrà il servizio asili nido. Solo 39 lavoratrici ausiliarie, secondo l’amministrazione, dovrebbero prestare servizio negli 11 asili nido comunali rimasti aperti, a fronte delle 90 attualmente occupate, e le strutture dovrebbero accogliere un numero massimo di soli 360 bambini. A Catania solo il 3,2 per cento dei bambini fino a 3 anni ha accesso agli asili pubblici. Mentre dovrebbero essere almeno il 33 per cento», spiegano nella nota.
L’assessore Angelo Vilari ha risposto poche ore dopo, affermando in una nota ufficiale che le affermazioni di Iannitti e De Cristofaro sono «terrorismo sociale. Non abbiamo mai parlato di 50 licenziamenti». Secondo Villari, assessore da poco più di un mese, «qualcuno prosegue con un irresponsabile terrorismo sociale che ha l’unico effetto di far perdere fruitori agli asili nido comunali con la conseguenza di mettere in pericolo posti di lavoro». Nel proseguio della nota Villari, ex segretario generale della Cgil di Catania, spiega però quale possa essere la causa del possibile fraintendimento. «Sono stati semplicemente ricordati i parametri di legge riguardanti il rapporto tra numero di bambini e ausiliari. Si è poi subito parlato – ha detto Villari – degli asili finanziati con i Pac che estendono l’offerta assorbendo personale. E si è parlato anche della possibilità di allargare la platea dei bambini che frequentano gli asili nido comunali puntando sulla promozione del miglior rapporto qualità prezzo rispetto ai privati».
«Appare evidente – ha concluso Villari – che gli asili aperti possono funzionare soltanto se ci sono bambini che frequentano. Indurli a scappar via, così come da tempo sta facendo questo movimento politico la cui unica ambizione sembra essere quella di trovare una ribalta mediatica, non è certo utile. A meno che gli obiettivi non siano diversi da quelli dichiarati. E questo spiegherebbe perché non abbiano mai protestato quando la passata Amministrazione aveva tagliato gli asili nido».
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