Rifiuti, si rafforza l’ipotesi di tenerli in Sicilia All’Ars la riforma cammina ma la strada è lunga

A furia di rimetterci mano, il compito alla fine potrebbe essere valutato sufficiente ma le ambizioni dell’alunno è molto probabile che ne usciranno decisamente ridimensionate. Nei giorni in cui si attende il nuovo parere dell’assessorato al Territorio all’ampliamento della discarica di Lentini, la sensazione è che la metafora possa calzare a pennello per il progetto targato Sicula Trasporti e presentato quando ancora a guidare la società erano i fratelli Antonello e Salvatore Leonardi e non gli amministratori giudiziari nominati dal tribunale dopo l’arresto dei due imprenditori, attualmente sotto processo per corruzione e per alcuni rapporti più che pericolosi con il clan Nardo. Ad attendere di sapere quale sarà il responso della commissione tecnico-specialistica della Regione sono i sindaci di oltre 150 Comuni, quasi mezza isola. Gli stessi che ancora non hanno ben chiaro cosa ne sarà dei rifiuti indifferenziati, a partire da inizio maggio, quando la discarica di Lentini dovrebbe chiudere i battenti.

In questi giorni sono previsti altri contatti tra le Srr – le società d’ambito si occupano del settore nei territori – e l’assessora Daniela Baglieri. Le ipotesi sono sempre le stesse: trovare una soluzione sostenibile, soprattutto da un punto di vista economico, per spedirli fuori, in attesa che la differenziata aumenti e soprattutto che in Sicilia aprano gli impianti pubblici; oppure, ed è l’ipotesi che sembra farsi largo, poggiarsi sulle altre discariche previo passaggio nell’impianto per il trattamento meccanico-biologico (utile a ridurre il volume del rifiuto da abbancare) di Sicula Trasporti.

La giornata di ieri, intanto, ha segnato il terzo passaggio in commissione Ambiente per il disegno di legge che dovrebbe riformare il mondo dei rifiuti siciliano. L’ultimo esame – voluto dalla neoassessora ma suggerito anche da una serie di criticità emerse in una relazione dell’ufficio studi dell’Ars –  ha registrato il voto favorevole a un emendamento proposto dal M5s, con primo firmatario Giampiero Trizzino, che prevede che tutte le gare per l’affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti dovranno essere gestite a livello centrale, da un’apposita sezione creata all’interno della Centrale unica di committenza (Cuc) della Regione. La stessa che negli ultimi mesi è tornata al centro dell’attenzione per le difficoltà nella gestione delle maxi-procedure di gara, specialmente nel campo della sanità. L’emendamento, che punta a offrire un maggiore controllo per appalti che spesso finiscono nel mirino della criminalità organizzata, prevede la possibilità per la Cuc di affidarsi ancora agli uffici provinciali dell’Urega soltanto per un anno dall’approvazione della norma.

A trovare spazio nella discussione in commissione è stato anche il tema degli inceneritori, di recente rilanciato dal presidente Nello Musumeci in persona in un incontro riservato con le Srr. Attiva Sicilia – la formazione nata dagli scissionisti del M5s – aveva presentato un emendamento per disporre il divieto di realizzazione degli inceneritori, lasciando spazio agli impianti per la produzione di carburanti cosiddetti carbon neutral. Lo stop, tuttavia, veniva delegato al piano di gestione regionale, recentemente approvato e che sul tema degli inceneritori non si è espresso in maniera chiara. Rinviando a un altro momento l’approfondimento, nel convincimento – almeno questa è la posizione del governo Musumeci – che sulla scelta della tecnologia da usare per smaltire i rifiuti l’ultima parola spetta alle Srr. L’emendamento di Attiva Sicilia è stato però abrogato su spinta del Movimento 5 stelle, che ha contestato da un punto di vista giuridico la possibilità che una legge deleghi a un atto amministrativo (il piano) l’imposizione di un divieto. Da qui la proposta – bocciata dalla commissione, ma che potrà essere ripresentata in Aula – di inserire il divieto già all’interno del ddl di riforma

In ogni caso, a dire se le regole del gioco nella gestione della spazzatura nell’isola cambieranno dovranno essere i 70 deputati. Prima, però, il ddl dovrà andarci a sala d’Ercole. E, in tal senso, secondo più di uno, non è così scontato prevedere i tempi per la discussione. L’argomento, d’altronde, è di quelli che scottano, specialmente per il numero di lavoratori che operano nella filiera. Un fatto questo che, a un anno e mezzo dalle nuove Regionali, potrebbe suggerire prudenza in chi ha a cuore il futuro ambientale della Sicilia ma anche quello prettamente politico.


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