Demanio marittimo, bando per concedere beni ai privati Possibilità per nuovi lidi nel far west delle aree costiere

C’è un ex ristorante destinatario di un’ordinanza di demolizione poi non eseguita, ma anche locali un tempo adibiti a bagni pubblici, un mini rifornimento di carburante di circa sei metri quadrati e poi ancora una serie di immobili con danni strutturali e spesso oggetto di atti vandalici. Sono i beni demaniali che si trovano a ridosso delle coste siciliane che la Regione vorrebbe provare a mettere a reddito, dandoli in concessione ai privati. Un’operazione prevista nella finanziaria regionale 2018, il cui primo passo è rappresentato dal bando pubblicato dal dipartimento Ambiente.

Ad andare in gara sono in tutto 19 immobili ricadenti nei Comuni di Palermo, Agrigento, Ribera, Fiumefreddo, Mascali, Riposto, Acireale, Butera, Gela, Scicli, Avola, Favignana, Castellammare del Golfo e Mazara del Vallo. Le concessioni avranno una durata compresa tra sei e cinquant’anni, con canoni annuali compresi tra i 990 euro dei bagni pubblici di Marina di Cottone, a Fiumefreddo, della ex stazione di servizio di Pozzillo e di un’abitazione a Favignana, e i quasi 20mila del pontile sbarcatoio sul lungomare di Gela. Tra le attività che sarà possibile realizzare ci sono locali di ristorazione, noleggio di imbarcazioni, centri sportivi e anche stabilimenti balneari, con fronte mare non superiore a cento metri.

Il bando, i cui termini scadranno a fine aprile, arriva in una fase in cui quello del demanio marittimo è un tema finito al centro di cronaca e politica. Da una parte l’indagine della Corte dei conti sulla bassa capacità di riscossione dei canoni da parte della Regione, che a ottobre ha portato al sequestro di un’importante mole di documenti custoditi negli uffici dell’assessorato al Territorio, dall’altra la questione della mancata regolamentazione dell’uso delle coste con i Comuni che sono ancora indietro nell’approvazione dei piani d’utilizzo del demanio marittimo (Pudm). A riguardo, la scorsa estate, la Regione ha inviato i commissari in oltre 60 Comuni – praticamente la metà di quelli che hanno sbocco a mare – per velocizzare gli iter burocratici di uno strumento che per essere approvato ha bisogno del via libera dei consigli comunali. Allo stato attuale a essersi dotato di Pudm sarebbe soltanto il Comune di San Vito lo Capo, mentre quello di Palermo nei giorni scorsi è stato presentato dalla giunta Orlando e prossimamente dovrebbe essere incardinato a Palazzo delle Aquile.

In merito alla precarietà degli immobili demaniali che la Regione spera di dare in concessione ai privati, un emendamento al collegato alla finanziaria, attualmente in discussione nelle commissioni Ars, prevede l’istituzione di un fondo da un milione di euro annuale per interventi di messa in sicurezza. A proporlo è l’assessore al Territorio Toto Cordaro. Lo stesso esponente della giunta Musumeci propone anche di togliere il limite cinquantennale della durata della concessione, per andare incontro a un rilievo del governo nazionale sulla presunta violazione della libera concorrenza. 

A interessarsi della questione canoni è anche il deputato regionale del Pd Luca Sammartino, unico firmatario di un emendamento che prevede la riduzione «del venti per cento per un periodo di tre anni» delle somme dovute per l’utilizzo del demanio marittimo relative «all’insediamento delle strutture». Inoltre, durante il periodo di costruzione di porti o marine, «in fase di gestione, fino al raggiungimento
dell’equilibrio economico finanziario del progetto e, comunque, per un massimo di anni cinque, non sono
dovuti canoni dal concessionario
».
L’emendamento prevede una riduzione delle entrate regionali quantificate in 400mila euro annuali per il prossimo triennio.


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