Un trucco chiamato liste civiche. Niente simboli, meglio correre alle amministrative con loghi e nomi di fantasia difficilmente riproponibili e, alla fine, tutti hanno vinto e nessuno ha perso. Il responso dei numeri però non lascia spazio a scappatoie del giorno dopo, in una logica che a stretto girò porterà agli appuntamenti che contano: le elezioni regionali prima, le politiche poi e alla fine del cammino, nel 2018, le comunali di Catania. In questo contesto può essere letto il risultato dell’ex movimento Articolo 4, oggi inglobato, non senza malumori, dentro il Partito democratico. In provincia di Catania i candidati che fanno riferimento ai deputati regionali Valeria Sudano e Luca Sammartino sono stati schierati nei due centri più grandi, ovvero Paternò e Misterbianco. Alla fine, numeri alla mano, il risultato sembra davvero soddisfacente anche se non mancano le voci critiche tra i dem. Da loro, ritenuti una corazzata, ci si aspettava qualcosa in più.
«Mi fa sorridere che continuate a chiamarci Articolo 4 perché noi siamo pienamente dentro il Pd. Com’è andata? Devo dire abbastanza bene – commenta a MeridioNews la deputata Valeria Sudano -. Sono state amministrative poco lineari e con tanta confusione». Un riferimento chiaro alla lotta intestina proprio al Pd, che nel Catanese si è presentato con il proprio nome sulle liste solo nei Comuni di Scordia e Aci Catena. «Il partito non è riuscito a fare una sintesi adeguata e i sondaggi che leggo adesso sul simbolo non sono credibili. Per il futuro bisognerà ragionare sui candidati». A Misterbianco la lista di riferimento dei due deputati etnei è stata la più votata, risultando decisiva per l’elezione a sindaco di Nino Di Guardo. Un’alleanza che tanti hanno definito ambigua per le diverse posizioni sul tema discarica che però, a conti fatti, ha portato 2588 voti e una percentuale del 10,64 per cento. Il tutto tralasciando i vari candidati al consiglio inseriti dagli ex articolisti in qualche lista satellite. In termini numerici, nonostante la sconfitta di Anthony Distefano, c’è anche il risultato di Paternò: 2024 voti, una percentuale del 7,38 per cento e tre consiglieri di minoranza eletti. «Il vincitore Nino Naso era avvantaggiato perché lui è partito prima nella campagna elettorale ma noi abbiamo avuto un ottimo risultato che ci permetterà di lavorare bene».
Scorrendo i nomi di chi siederà nei prossimi senati cittadini attorno all’Etna, tuttavia, non sempre il Pd pesca nel contenitore del centrosinistra. Proprio a Paternò, per esempio, tra gli eletti c’è Pietro Cirino. Con 465 voti, ha ottenuto un secondo mandato in consiglio comunale, nonostante il primo l’abbia ottenuto nelle liste del Pdl. Stesso schieramento che ha avuto come protagonista Vittorio Lo Presti, zio del neo consigliere comunale Giuseppe. Cinque anni fa era stato il primo a sfidare Nino Naso, domenica eletto sindaco, con una coalizione che aveva proprio nel Popolo delle libertà il suo cavallo di battaglia. C’è poi la competizione elettorale di Sant’Agata Li Battiati, con Marco Nunzio Rubino e la sua alleanza trasversale. Il neo sindaco è stato eletto con il 56,02 per cento dei voti e proprio il duo Sudano-Sammartino sarebbe stato decisivo per la vittoria. Per loro buoni risultati arrivano anche da Comuni più piccoli come Mirabella Imbaccari, Nicolosi, Linguaglossa e Fiumefreddo di Sicilia. Niente da fare invece ad Aci Catena, dove l’ei fu Articolo 4 sosteneva il candidato sindaco Francesco Petralia, uscito sconfitto.
In vista dei prossimi appuntamenti politici, nelle varie segreterie sono già iniziate le operazioni per calcolare chi dovrà dividersi tra palazzo dei Normanni e Montecitorio. Con la prevista diminuzione delle poltrone all’Assemblea regionale siciliana, in provincia di Catania dovrebbero essere tre o due i deputati che potrebbero essere eletti in casa Pd. Già certa la corsa di Angelo Villari, supportato dall’area Cgil, e quella di Anthony Barbagallo, con la terza casella che potrebbe essere lasciata proprio a Luca Sammartino. Secondo alcuni rumors, su Roma virerebbero le ambizioni politiche di Sudano e Concetta Raia. «Per la Regione aspettiamo una proposta credibile ed è certo che i ragionamenti andranno fatti sui nomi. La riduzione comunque non sarà un problema per le province più grandi, ma per le piccole come Enna o Caltanissetta che avranno una rappresentanza minore».
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