Con tutto quello che sta succedendo tra Sala d’Ercole e gli uffici dell’assessorato all’Economia, l’esercizio provvisorio dovrebbe essere ormai nelle cose. Soprattutto dopo che Franco Piro, ex assessore regionale al Bilancio, ha ipotizzato, nella sola sanità pubblica siciliana – per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 – un buco che potrebbe sfiorare i 5 miliardi di euro.
Insomma, di approvare Bilancio e Finanziaria 2015 non se ne parla. E va esclusa anche l’ipotesi di approvare il disegno di legge sul mutuo da 2 miliardi di euro in tempi stretti. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ne dovrebbero avere preso atto. Non resta che il già citato esercizio provvisorio, ovvero il Bilancio in dodicesimi per gennaio e, forse, anche per febbraio.
Contestualmente al disegno di legge per avviare l’esercizio provvisorio, il Governo regionale dovrà presentare il Bozzone con il progetto di Bilancio e Finanziaria 2015. La Regione, infatti, non funziona come i Comuni. Un Comune va in esercizio provvisorio anche senza presentare lo schema programmatico di Bilancio per l’anno successivo. La Regione, invece, deve presentare il Bozzone con lo schema di Bilancio di previsione e Finanziaria per l’anno successivo. Solo in presenza di questo documento il Governo è autorizzato a presentare il disegno di legge per l’esercizio provvisorio.
Ciò significa che mercoledì prossimo, in un modo o nell’altro, gli uffici dell’assessorato all’Economia dovranno presentarsi in Commissione Bilancio e Finanze con lo schema di Bilancio preventivo 2015 e relativa Finanziaria 2015. Anzi, per essere precisi, questi documenti dovrebbero essere presentati qualche giorno prima, per dare modo ai parlamentari e agli uffici dell’Ars di studiarsi le carte.
La curiosità è tanta. Perché non dovrebbe essere facile, per gli uffici dell’assessorato all’Economia, mettere giù uno schema di Bilancio 2015 con un buco di partenza di circa 3 miliardi di euro. A cui si aggiungono buchi della sanità, ovvero – questa la tesi del Governo – le risorse finanziarie che la Regione non avrebbe corrisposto al sistema sanitario pubblico della Sicilia (leggere Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere).
Lo stesso Governo ha ammesso che, tra il 2007 e il 2011, il buco accumulato verso il sistema sanitario siciliano è pari a 2,6 miliardi e rotti. Di questi, 600 milioni di euro sono stati pagati con il mutuo di quasi un miliardo contratto dall’Amministrazione lo scorso maggio (oltre 600 milioni per la sanità e circa 300 milioni di euro per i Comuni). Resterebbero da pagare altri 2 miliardi di euro.
Solo che Piro sostiene che i conti andrebbero fatti al dicembre di quest’anno. E infatti mercoledì prossimo l’assessore Baccei dovrebbe fare chiarezza su tutta questa materia. Rendendo noto l’indebitamento della regione al 31 dicembre di quest’anno. Del resto, dicono sia stato mandato in Sicilia dal Governo nazionale di Matteo Renzi per fare chiarezza sui conti. Non resta che aspettare la prossima settimana.
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