Ars, il ‘paesaggio dopo la battaglia’

Il giorno dopo “l’inchiummata” (leggere ko) della manovra finanziaria da parte del commissario dello Stato, la Sicilia somiglia tanto al “paesaggio dopo la battaglia”. Da una parte si contano “i morti e i feriti”; dall’altra parte c’è il batti e ribatti – del quale abbiamo dato contezza ieri – dei protagonisti di un disastro che è politico e istituzionale insieme.

Sempre poco fortunato nelle coincidenze, il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, si è ‘beccato’ la ‘mazzata’ sulla finanziaria proprio nel giorno è andato in Aula – cioè a Sala d’Ercole – a riferire sulla sua vicenda giudiziaria. Già era insolita una seduta parlamentare dedicata a fatti personali (i fatti penali, è noto, sono personali: quando diventano pubblici è perché sono gravi). Ad oscurare del tutto una seduta grigia ha pensato la pesantissima impugnativa della manovra finanziaria che sono gli innamorati degli eufemismi – o degli ossimori – possono definire di ‘stabilità’. Ma andiamo ai commenti de vari esponenti politici.

L’eurodeputata Rita Borsellino usa la scimitarra: “L’impugnativa del commissario dello Stato – dice – certifica il fallimento di Lombardo e del suo governo. Una finanziaria che è un libro degli orrori, pieno zeppo di obbrobri giuridici, misure faraoniche senza copertura finanziaria, sanatorie, svendite di patrimoni immobiliari e demaniali, trasferimenti di personale senza alcun piano organizzativo. A leggere il documento del Commissario provo vergogna e rabbia per l’incapacità di questo governo. Lombardo prenda atto del suo fallimento e si dimetta. Non c’è bisogno di attendere un rinvio a giudizio. Sono già chiare agli occhi di tutti i siciliani le ragioni politiche, oltre a quelle etiche, per cui dovrebbe fare un passo indietro”.

Anche Salvino Caputo, Pd, presidente della terza commissione legislativa dell’Ars (Attività produttive), non sembra particolarmente ottimista: “Non penso ci siano le condizioni per approvare questa finanziaria, dopo l’impugnativa del commissario dello stato che ha toccato ben 82 commi. Questo rappresenta un altro motivo in più per chiudere con l’esperienza fallimentare del governo Lombardo che ha portato in Aula un bilancio falso, disinteressandosi della Sicilia e delle difficoltà dei siciliani”.

“E’ una finanziaria – prosegue Caputo – che prevede tagli agli Enti locali già gravemente compromessi, che crea danno ai cittadini che in questo modo si vedranno privati di importanti ed essenziali servizi. Per non parlare della totale assenza di una politica di sviluppo economico ed occupazionale che vede molte aziende e comparti produttivi in ginocchio a causa del gravissimo stato di crisi”.

Misurate ma ferme le parole del parlamenare del Pd, Bernardo Mattarella: “L’impugnativa del commissario dello Stato – precisa – vanifica del tutto la finanziaria e certifica definitivamente il fallimento di questo governo. Le motivazioni della bocciatura sono talmente gravi ed incidono in modo così pesante sul testo del provvedimento da rendere indispensabile la stesura da parte del governo di un nuovo disegno di legge in grado di porre rimedio a tale disastro”.

Lino Leanza, esponente dell’Mpa, più volte assessore regionale, non risparmia crtiche al presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Che ieri, a propria volta, non aveva risparmiato critiche al gverno Lombardo. “ll presidente dell’Ars Cascio dovrebbe avere maggior rispetto, e mantenere per il suo ruolo istituzionale una imparzialità, come spessissimo ha fatto in passato. Tutti sanno che nella finanziaria le norme del governo sono state votate dal parlamento, semmai occorreva evitare di varare un testo omnibus che si è arricchito di emendamenti non solo del governo, ma anche dell’Assemblea oggi indistintamente impugnate. E’ chiaro che si trattava di un bilancio ingessato e drammaticamente complicato per l’esiguità di risorse e dunque ci si attendeva l’impugnativa”.

Nicola D’Agostino, vice capogruppo dell’Mpa, prova a difendere l’operato del governo. “Leggiamo – dice – commenti in libertà sull’impugnativa di bilancio e finanziaria, anche dalle massime cariche, ognuno intento a prendere le distanze da qualcun’altro. Eppure io non ho ancora visto un bilancio, né una finanziaria e neppure un più semplice disegno di legge essere approvato senza passare dalle estenuanti mediazioni tra governo, maggioranza, opposizione, presidente dell’Assemblea e commissario dello Stato. Il sistema che vige all’Ars è improntato al consociativismo perfetto, che credo non abbia eguali in nessun altra parte del mondo. Dunque ognuno reciti pure la sua parte in questo teatrino, evitando se possibile i ruoli comici”.

Quindi il passaggio sul presidente dell’Ars: “Cascio – aggiunge – sia in questi casi un po’ più presidenziale, perché sa benissimo che il bilancio e la finanziaria non hanno mai potuto fare a meno del suo contributo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il parlamentare dell’Mpa, Giuseppe Arena che cita Goya. “E’ proprio vero, il sonno della ragione genera mostri. L’assalto alla diligenza dei deputati nella lunga notte della finanziaria ha generato una distorsione delle norme. Il presidente dell’Ars, Cascio, in virtù del suo ruolo istituzionale non dovrebbe scaricare sul governo colpe e responsabilità inesistenti, ma dovrebbe invece ammettere le evidentiresponsabilità di una parte dell’aula che oggi rischiano seriamente di compromettere la legge finanziaria arrecando gravi danni alla Sicilia. L’impianto generale della finanziaria regge, salvo alcune parti per le quali il commissario ha sollevato eccezione alla luce di recenti sentenze. Abbiamo sempre sostenuto poi l’esiguità delle risorse, confermate dallo stesso commissario. Ci auguriamo che la sete dei singoli deputati si sopisca alla luce dell’analisi del prefetto di piazza principe di Camporeale” (è la via di Palermo dove ha sede l’ufficio del commissario dello Stato).

Di diverso avviso il capogruppo del Pdl all’Ars, Innocenzo Leontini. Che spiega: “Altro che modo di procedere alluvionale, come dicono Lombardo e Armao in merito all’approvazione da parte dell’Ars della finanziaria, qui l’unica calamità naturale è l’assessore all’Economia”. L’esponente del Pdl, insomma, non risparmia critiche all’assessore, Armao, che, alle prime armi (non è nemmeno parlamentare) e forse mal consigliato, di confusione ne ha creata tanta.

“In ogni caso – riprende il capogruppo del Pdl – quanto è stato bocciato dal dottor Aronica (Pefetto Carmelo Aronica, commissario dello Stato per la Sicilia ndr), al contrario di ciò che afferma Armao che lo attribuisce all’iniziativa parlamentare, è proprio quanto lo stesso assessore definiva misure tecniche e indispensabili a tenere in piedi i documenti economici. Alla luce di questa enorme impugnativa, quindi, sarebbe il caso di riappellare l’assessore Schettino…”.

“Se il presidente Lombardo aveva ancora qualche dubbio sulla necessità delle proprie dimissioni – conclude Leontini – il suo assessore al Bilancio glieli ha del tutto cancellati!”.

Salvo Pogliese, vice capogruppo del Pdl, non va tanto per il sottile: “Lombardo si dimetta prima possibile e smetta di continuare a fare del male alla Sicilia. La sua vicenda giudiziaria c’interessa poco. Il nostro giudizio, che è squisitamente politico, è sul suo operato che, nonostante la gestione militare del potere, ha sortito risultati disastrosi per la Sicilia e per i siciliani. Mai come ora tutti gl’indici economici della nostra Regione sono stati così negativi: le categorie produttive sono tutte al collasso, la disoccupazione è ai massimi livelli, eppure si son perse irrimediabilmente le preziose risorse offerte dall’Europa”.

“Si vada subito al voto – conclud Pogliese – per chiudere questa fase ribaltonista e rilegittimare la politica del consenso restituendo ai siciliani fiducia e speranza nel futuro”.

Foto di Salvino Caputo tratta da blogsullalegalita.blogspot.com

Foto di Lino Leanza tratta da canicattiweb.com

 

Redazione

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