Ars, centrodestra all’attacco: «Contrari alla guerra civile» Le riforme di Baccei fomenterebbero il «disagio sociale»

Toto Cordaro, capogruppo del Pid-Cantiere Popolare all’Ars va subito al cuore del problema: «In queste ore – dice – assistiamo a una guerra per bande all’interno del Pd, lungo l’asse Roma Palermo. Il Governo nazionale taglia i fondi alla Sicilia e, contemporaneamente, spedisce nella nostra Isola una sorta di becchino dell’Autonomia siciliana per fomentare il disagio sociale. Parlo, ovviamente, dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei. Il gioco è pericoloso. Perché i costi politici e sociali di questo scontro attualmente in corso nel Pd rischiano di provocare contraccolpi imprevedibili nella nostra Isola». 

Insomma, prima il Pd crocifigge il presidente Crocetta, che, forse, solo in queste ultime ore ha capito di essere finito in un culo di sacco. La scorsa estate il Governo Renzi gli ha fatto firmare a Crocetta un accordo «sciagurato» in base al quale la Regione rinuncia, per quattro anni, agli effetti di un contenzioso finanziario con lo Stato in alcune parti favorevole alla Sicilia. L’attuale presidente della Regione ha firmato tale accordo senza una preventiva riunione di Giunta e senza avvertire il Parlamento dell’Isola. 

Crocetta pensava di essersi guadagnato le benemerenze di Renzi. Invece il braccio destro dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, il sottosegretario Graziano Delrio, in un’intervista di due giorni fa al Mattino di Napoli, ha detto che Roma toglierà alla Sicilia un miliardo e 200 milioni di euro di fondi Pac (Piano di azione e coesione). In pratica, se ciò risponderà al vero, la Sicilia perderà anche i fondi per pagare la terza annualità dell’Avviso 20 (in pratica, dovrà dire addio ai corsi di formazione professionale del prossimo anno), per pagare i tirocini formativi e, in generale, tutte le azioni previste nel Piano Giovani. 

«Il Governo Renzi crocifigge Crocetta – aggiunge Toto Cordaro, che ieri, assieme ai suoi colleghi del centrodestra, ha dato vita a una conferenza stampa a Palermo, nella sala stampa dell’Ars – e i siciliani pagano il conto. Dobbiamo avere il coraggio di dire agli operai della Forestale che l’assessore Baccei vuole smantellare la Forestale. Dobbiamo avere il coraggio di dire a tutti i precari siciliani – quelli che lavorano nei Comuni, ma anche a quelli che lavorano in enti e società della Regione – che l’assessore Baccei li vuole mandare a casa. La stessa cosa vale per tutti gli enti riconducibili all’agricoltura, che vengono lasciati senza soldi».      

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Partito dei siciliani-Mpa, Roberto Di Mauro: «Il grande luminare della finanza pubblica venuto da Roma – dice Di Mauro con riferimento al solito Baccei – ha prodotto un risultato eclatante: fra quattro mesi tutti a casa, con buona pace della stabilità sociale, del diritto al lavoro e della funzionalità di tanti enti e della stessa Regione. Veramente un capolavoro. La verità è che si continua a navigare a vista, senza uno straccio di riforma, né proposta né abbozzata. Senza nemmeno un’idea di come uscire dall’impasse. Se le idee di riforma vera e strutturale della finanza regionale ci sono, che vengano condivise con l’Assemblea e si approvi l’esercizio provvisorio per soli due mesi, altrimenti – conclude Di Mauro – l’assessore Baccei autocertifichi il proprio fallimento e si dimetta».

Nel mirino delle opposizioni è finito anche il disegno di legge sull’esercizio provvisorio presentato dal Governo Crocetta. Di solito, il disegno di legge sull’esercizio provvisorio consta di due articoli: il primo che certifica il bilancio in dodicesimi per uno, due o più mesi e il secondo articolo con il ritornello sul rispetto della legge. Il Governo Crocetta sta provano a novellare quello che in assenza di Bilancio è un atto dovuto in una sorta di mini-finanziaria, se è vero che questo disegno di legge presenta già tredici articoli, forse destinati ad aumentare in Aula, tra ex Pip di Palermo e fantomatiche proroghe dei contratti pe ri precari dei Comuni. 

«Molte di quelle norme – precisa il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone – andrebbero inserite nella legge Finanziaria, non certo nel disegno di legge sull’esercizio provvisorio. In molti casi siamo davanti a norme incomprensibili: penso alla norma che prevede l’anticipazione dei fondi per gli enti, società e fondazioni della ex Tabella H, erogati prima di verificare come verranno effettivamente spesi. Per non parlare della decisione di spostare la spesa di 45 milioni per la SAS sul fondo sanitario: una decisione che non è percorribile, alla luce delle norme stringenti del Piano di rientro, nel quale si trova ancora la Sicilia».

Il capogruppo del Nuovo centrodestra democratico, Nino D’Asero, non sembra molto convinto dalle rassicurazioni arrivate nei giorni scorsi dal presidente della Regione Crocetta circa la tenuta del Pil (Prodotto interno lordo) della Sicilia. A suo avviso – e forse non ha tutti i torti – il Pil siciliano è in picchiata. 

Durissimo il commento del parlamentare di Forza Italia, Riccardo Savona: «Se questo è lo scenario – sottolinea – il Governo Crocetta garantirà solo i dipendenti regionali e dell’Ars. Tutti gli altri, dal primo maggio del prossimo anno, si troveranno in mezzo a una strada». Pensando a quello che succederebbe con riferimento ai precari dei Comuni, agli operai della Forestali, ai lavoratori delle società partecipate, ai lavoratori dell’Esa, ai lavoratori dei Consorzi di Bonifica, ai lavoratori di tutti gli altri enti e società che operano in agricoltura, Savona non esita a parlare di una possibile «guerra civile».

Santi Formica, della lista Musumeci, che la scorsa settimana aveva già stigmatizzato la manovra annunciata dal Governo Crocetta invita la presidenza dell’Ars a dichiarare irricevibile il disegno di legge sull’esercizio provvisorio diventato, ormai, una finanziaria di tagli. 

La proposta alternativa delle opposizioni di centrodestra è la seguente: esercizio provvisorio per uno, due mesi al massimo e avvio, in Aula, del dibattito sulle riforme strutturali. 

   

Giulio Ambrosetti

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