Arriva Natale: in America tutti a fare acquisti. E in Italia? Paghiamo l’Imu

Il Tg di stasera ha ‘sparato’ un servizio sul black friday in alcune città degli Stati Uniti d’America. Si tratta del primo fine settimana di shopping natalizio. La scena era semplicemente impressionante: migliaia di persone accalcate davanti le porte d’ingresso dei negozi. Quando le porte si aprivano, la gente si catapultava di corsa tra gli scaffali per andare ad acquistare regali. Una ressa indescrivibile.

Non siamo economisti e non sappiamo se l’America sia in crisi, se stia uscendo dalla crisi, se ci sia inflazione e via continuando. Ma sappiamo – lo abbiamo visto in tv, servizio pubblico – che da quelle parti migliaia e migliaia di persone, forse milioni di persone, a fine novembre, hanno in tasca i soldi per fare acquisti natalizi (e siamo solo agli inizi: ancora c’è tutto il mese di dicembre…).

Da questo piccolo ‘particolare’ si capisce anche perché il presidente degli Usa, Obama, è stato rieletto. Perché, al di là della sanità, al di là delle guerre nelle quali gli Stati Uniti sono impelagati in tante aree del mondo, il capo dell’esecutivo americano è riuscito ad assicurare benessere ai propri cittadini.

La Tv – il servizio televisivo pubblico del nostro Paese, che spesso critichiamo, ma che quando è messo nelle condizioni di lavorare, lo fa con grande professionalità – fa un raffronto tra Stati Uniti d’America e il nostro Paese: l’Italia. E cita un dato di Confartigianato che fa rabbrividire. Ci dice che, quest’anno, rispetto all’anno scorso, il Natale registrerà un ulteriore calo degli acquisti di regali, da parte degli italiani, dell’11 per cento circa.

Potrebbe essere un dato accettabile, visti i tempi che corrono. Invece è un dato terribile, perché l’anno scorso, come i nostri lettori ricorderanno, è stato un anno di pesantissima crisi, con un calo verticale degli acquisti per i regali natalizi rispetto al 2010. Ebbene, quest’anno sarà peggio dell’anno passato. Un disastro.

Insomma: l’Italia governata da Mario Monti – con Mario Draghi alla Bce – è ridotta in ‘mutande’. Eravamo la settima potenza industriale del mondo. Oggi, quello che siamo, non lo sappiamo più.

In compenso, siamo nella grande “Europa Unita”. E ci crogioliamo nella moneta unica: l’euro. Con che risultati? Le classi medie, che ai tempi dei democristiani stavano tutto sommato bene, sono povere. Alcuni, risparmiando sui generi alimentari e persino sull’energia elettrica, riescono ad arrivare a fine mese. Altri non ce la fanno proprio e vanno a mangiare, due o tre volte la settimana, o magari una volta al giorno, nelle mense dei poveri. Nessuno sa che fine hanno fatto i poveri della cosiddetta Prima Repubblica. Meglio non pensarci.

In compenso, in Italia, siamo tutti impegnati, con Monti e la Ministra Elsa Fornero, a “mettere i conti a posto”. Come? Pagando l’Imu, umiliando gli ‘esodati’, massacrando le piccole e medie imprese, distruggendo il popolo delle partite Iva e, naturalmente, martoriando le famiglie a reddito fisso.

In compenso, nell’Europa dell’euro e della Bce, chissà perché, le varie mafie italiane – dato diffuso sempre stasera dal Tg 5 – presentano un attivo annuo (attivo, non fatturato) di 170 miliardi di euro: su per giù quanto il debito pubblico della Grecia. Mentre le imprese gestite da persone oneste chiudono i battenti.

Chi si salva, dal marasma? Intanto i parlamentati, che si mettono in tasca 20 mila euro al mese (guarda caso, sono quelli che decidono che dobbiamo restare nell’Unione Europea e non ci interpellano con i referendum). Poi ci sono le imprese che ancora resistono (ma per quanto tempo ancora?). E, naturalmente, chi ha già portato i soldi ‘fuori’, con il ‘solenne’impegno che non li farà più rientrare nemmeno se gli offriranno sette scudi fiscali di fila.

Dobbiamo avere pazienza, però. Il Presidente della Repubblica, Napolitano, ci dice che l’euro è una cosa buona e giusta. Non capendo perché, ci dobbiamo adeguare.

Di uscire dall’euro, per carità, non se ne deve parlare: finiremmo tutti in mezzo alla strada. Ma ci siamo già, obiettano quelli che non hanno ancora portato il cervello all’ammasso.

Con l’Unione Europea, con l’euro, con la Bce, con la Germania di nuovo ‘Grande’ e, naturalmente, con Monti siamo ripiombati nell’economia pre-kynesiana: pareggio di bilancio, conti pubblici ‘a posto’, niente inflazione. Insomma: belli & coglioni. Con le mafie sempre più forti e potenti.

Grande Unione Europea, grande euro, grande Bce, grande Monti…

 

Redazione

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