Nestorovski e Puscas come Casale e Nuccio? I tifosi rosanero, pur consapevoli che è molto difficile accostare epoche calcistiche diverse, farebbero i salti di gioia se questa sera il tandem composto dal macedone e dal rumeno imitasse la coppia-gol che nell’ottobre 1987 trascinò i rosanero nel roboante successo per 6-0 ottenuto contro il Benevento. Stiamo parlando ovviamente di contesti totalmente differenti (il Palermo adesso è in B mentre allora era in C2 e in quella circostanza vinse in trasferta) ma chissà che anche il fluido positivo dell’amarcord non possa esercitare una spinta utile per gli uomini di Stellone. Trentuno anni fa, sul neutro di Cassino per la squalifica dello stadio Santa Colomba, i grandi protagonisti di una vittoria che resterà negli annali per le proporzioni numeriche del risultato furono Casale, autore di una tripletta, e il palermitano Santino Nuccio che con due reti incanalò la sfida sui binari della formazione guidata da Caramanno. «Giocammo a Cassino contro una buona squadra e ricordo che sugli spalti c’erano anche diversi tifosi del Palermo alcuni dei quali residenti nel Lazio – ha dichiarato il cinquantasettenne ex attaccante rosanero – conquistammo una vittoria importante (nel tabellino dei marcatori anche l’autogol del difensore D’Adamo, ndr) perché in quella prima porzione del campionato avevamo bisogno di riconquistare l’affetto della gente dopo la scomparsa della squadra nella stagione precedente dalla mappa calcistica. Ricordo che sbloccai il risultato e poi, dopo il secondo gol, Casale con una tripletta creò le condizioni per una partita da condurre in scioltezza».
Dal passato al presente. Il punto di contatto è il nome dell’avversario dei rosa: il Benevento. «Si tratta di una buonissima squadra ma, a mio avviso, finora avrebbe potuto fare qualcosa in più valutando il potenziale a disposizione del tecnico. Troverà di fronte un Palermo che alle dipendenze di Stellone ha acquisito una mentalità vincente, valore aggiunto di un gruppo compatto e forte in tutti i reparti. Se le ultime notizie sul fronte societario potranno influire negativamente? Dovrà essere bravo Stellone a isolare i giocatori e a far sì che la squadra rimanga concentrata solo sulle vicende del campo. Alla fine, a prescindere dal fatto che Zamparini resti o ceda il club ad un’altra cordata, l’importante è che l’anno prossimo il Palermo giochi in serie A». Un traguardo che, anche se non è ancora tempo di verdetti, passa anche attraverso partite come quelle di stasera contro una diretta concorrente: «Non sarà una gara decisiva – sottolinea Nuccio – ma se dovessero ottenere i tre punti i rosanero darebbero un messaggio forte al campionato e farebbero capire alle inseguitrici che il Palermo c’è. E che difficilmente si ripeterà il copione della scorsa stagione nella quale la squadra iniziò a spegnersi dopo avere conquistato la vetta della classifica».
Per scongiurare questo rischio potrebbero essere determinanti i gol di Nestorovski e Puscas, due punte con caratteristiche simili ma che, come sta dimostrando Stellone, possono coesistere: «Non ci sono problemi se c’è disponibilità al sacrificio, spirito di adattamento e capacità di dare un contributo anche in fase difensiva. In questo Palermo ritengo che è meglio schierare più attaccanti essendo un organico molto forte – con un ottimo centrocampo e una difesa che si è sistemata – e in grado di supportare la presenza di diversi giocatori offensivi». Parola di bomber. Che a Palermo alla fine degli anni Ottanta ha vissuto emozioni uniche. A Nuccio vengono ancora i brividi pensando, ad esempio, al gol nell’amichevole contro i brasiliani dell’Atletico Mineiro davanti a 40 mila spettatori in occasione della prima partita post-radiazione e la rete in rovesciata realizzata a tempo scaduto, sempre alla Favorita, nel match di campionato vinto 1-0 contro la Juve Stabia: «Sono due momenti che i tifosi non hanno dimenticato e di cui mi parlano ancora oggi tante persone, compresi i ragazzi della scuola calcio FADA che coordino nel quartiere Falsomiele. Lo stadio era sempre stracolmo? Dispiace vedere adesso il Barbera con tanti spazi vuoti ma credo che se Zamparini uscirà di scena il pubblico tornerà a riempire l’impianto di viale del Fante. È successo nelle gare dei playoff della passata stagione ma in quel caso la gente diede un segnale spinta più che altro dall’attaccamento ai colori e dal richiamo di un traguardo che sembrava vicino».
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