Arrestato il presunto assassino di Valentina Salamone

Colpo di scena nelle indagini dell’omicidio di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla, grosso centro in provincia di Catania, trovata impiccata in una villetta di Adrano la notte del 24 luglio 2010, dopo una serata trascorsa tra amici.
Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale Etneo hanno arrestato il presunto responsabile di quello che si annuncia come un omicidio. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari (Gip), su richiesta della Procura generale della Repubblica di Catania nei confronti – come già ricordato – di un soggetto ritenuto il responsabile dell’omicidio. La Procura generale è intervenuta dopo che la Procura della Repubblica aveva chiuso il caso ipotizzando il suicidio della ragazza. (a sinistra, un’immagine di Valentina Salamone)

Dietro le quinte, il grande lavoro dell’Avvocato generale del Tribunale di Catania, Carmelo Scalia, e il sostituto procuratore generale, Sabrina Gambino, insieme alle verifiche eseguite dai Carabinieri del nucleo investigativo di Catania e del Ros di Messina. I due magistrati hanno presentato una richiesta al Gip, Francesca Cercone, per indagini suppletive, vista la scadenza dei termini, spiegando che, “alla luce delle nuove acquisizioni, si può affermare che Valentina Salamone è stata uccisa e chi ha commesso tale delitto ha simulato con notevole abilità il suicidio”.

Il Gip ha così accolto in toto le richieste avanzate dai magistrati della Procura generale. Per un anno e mezzo nessuno ha ascoltato la famiglia Salamone: gli appelli in tv e il duro lavoro degli avvocati hanno smosso le acque e fatto sì che, per favorire le indagini, venisse aperto il cancello di quella villetta.

Tante le incongruenze emerse dopo il primo sopralluogo degli esperti del Ris (Reparto investigativo speciale) dei Carabinieri di Catania. Oltre alla significativa elaborazione dei tabulati telefonici che ha restituito subito un quadro piuttosto chiaro.

A non convincere i magistrati è stata la modalità con la quale è stato rinvenuto, in fase iniziale, il corpo straziato della ragazza. Il nodo al collo troppo lento, troppo lunga la corda e i talloni che poggiavano a terra. Impossibile pensare a un suicidio. (foto tratta da poliziapenitenziaria.it)

Ad incastrare l’assassino sono state proprio le impronte e le tracce di sangue trovate nella corda. Gli esiti delle indagini, che hanno portato all’emissione del provvedimento di custodia cautelare, saranno resi noti dal Procuratore generale, Giovanni Tinebra, alle 16,00 di questo pomeriggio.

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Redazione

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