Armi chimiche siriane: la Sardegna dice no, la Sicilia degli ascari tace

Sardegna o Sicilia? Quali delle due colonie italiane riceveranno l’ennesimo regalo del Governo nazionale? Ci riferiamo alla notizia (che vi abbiamo raccontato qui nel dettaglio) secondo cui potrebbe essere un porto civile siciliano o sardo ad ospitare, per settimane o anche per mesi, le sostanze chimiche con cui il governo di Assad è accusato di fabbricare le armi per “gasare” i ribelli e i civili che li sostengono. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il ministero degli Esteri ha “precisato che le sostanze verranno ospitate in un porto italiano per poi essere trasferite sulla nave americana «Cape Ray», dove saranno successivamente neutralizzate”.

Al momento l’unica cosa certa è che dalla Sardegna arriva un secco no. Mentre in Sicilia fa rumore il solito silenzio di un Governo e di una classe politica che si distinguono ancora una volta per un ascarismo vergognoso.

La Sardegna promette di ribellarsi ”con tutte le sue forze” contro un’ipotesi di transito delle armi chimiche siriane presso i porti dell’isola, che trova ulteriori conferme rispetto a quanto anticipato nei giorni scorsi dai media nazionali. Con una lettera inviata al premier Letta, il presidente Cappellacci esprime – riferisce una nota – la netta contrarieta’ della regione a tale decisione.

”Secondo quanto riportato da fonti riservate, che confermerebbero quanto riportato da alcuni media nazionali – scrive Cappellacci – la Sardegna potrebbe essere effettivamente indicata dal governo come luogo di transito delle armi chimiche provenienti dalla Siria. E’ un’ipotesi che respingiamo con sdegno e con sgomento e che, ove necessario, contrasteremo in ogni sede possibile. Nessuna esclusa”. Nella missiva il presidente denuncia anche un atteggiamento prevenuto da parte dello Stato centrale: ”Respingiamo altresi’ con la massima indignazione possibile – prosegue Cappellacci – un modo di pensare subdolo e strisciante che sembra ormai una sorta di automatismo, un riflesso, della politica romana: quello secondo il quale la nostra terra viene sempre indicata per prima quando si tratta di trovare una destinazione per un carico ‘scomodo”’.

Parallelamente ”la Sardegna non viene considerata una priorita’ riguardo a questioni, come ad esempio quella infrastrutturale, quella dei trasporti, giacenti da decenni. Nel corso degli anni – evidenzia Cappellacci – abbiamo visto ministri e sottosegretari proporre centrali e scorie nucleari, carceri, rifiuti ed altre nefandezze che preferiamo restino dall’altra parte del mare”. ”Se qualcuno confida nel fatto che i sardi sono pochi e che sono lontani dai collegi elettorali della politica nazionale ‘che conta’ – osserva il presidente – sta sbagliando i suoi calcoli. Perche’ dinanzi a questo ennesimo sopruso siamo pronti a ribellarci con tutte le nostre forze. La nostra isola – prosegue Cappellacci – si aspetta ben altro genere di attenzioni in un momento difficile sia perche’ siamo reduci da una calamita’ che ha ferito mortalmente il nostro popolo sia perche’ e’ ora che la nostra terra, per la sua cultura, per il suo ambiente e per la sua identita’ merita di essere considerata come il luogo ideale in cui collocare il meglio che puo’ essere espresso dalle comunita’ nazionale e non le ”scorie” di qualsiasi genere”. Il presidente evidenzia, infine, come ”la scellerata decisione di indicare la Sardegna come possibile destinazione delle armi chimiche rischia di tradursi in un grave danno alla nostra immagine turistica, perche’ trasmetterebbe l’idea sbagliata della nostra terra”.

In Sicilia le sostanze chimiche delle armi di Assad? Altro  ‘regalo’ del Governo nazionale…

Redazione

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