Archimede, corso di legalità per quattro studenti «Sospesi e puniti per avere distribuito volantini»

Una consueta elezione dei rappresenti d’istituto del Tecnico-industriale Archimede di Catania si trasforma in uno scontro tra alcuni studenti e la dirigente scolastica. Un episodio che, a distanza di un mese da quando si sono svolti i fatti, fa ancora discutere tra i corridoi dell’edificio di via Regina Margherita. «La dirigente scolastica prova a condannare e reprimere le voci dissidenti alla sua. Non è stata la prima volta e non sarà di certo l’ultima», dichiarano a MeridioNews i liceali che fanno riferimento al gruppo Liberi pensieri studenteschi. «Sono ragazzi, hanno il desiderio di costruire la loro identità opponendosi agli adulti», spiega al nostro giornale la dirigente Daniela Vetri.

Abuso di potere e atto di repressione della scuola

Il caso è scoppiato lo scorso 12 ottobre quando nella scuola si tenevano le elezioni dei rappresentanti d’istituto. «Un candidato della lista opposta alla nostra ha girato per le classi mostrando il suo simbolo e screditando il nostro lavoro, nonostante ci fosse il silenzio elettorale», racconta William Bella, candidato di Lps insieme a Simone Corica, Abel Musarra e Simon Grasso. «Abbiamo quindi presentato ricorso e invitato i testimoni a essere ascoltati dalla commissione elettorale», prosegue lo studente. Organismo quest’ultimo che «non ha parlato con chi era presente agli eventi denunciati ma si è recato in alcune classi a domandare se qualcuno fosse stato obbligato a votare per una determinata lista. Ma – sottolinea Bella – la nostra denuncia era un’altra». 

Non contenti della piega che prende la vicenda, Bella, Corica, Musarra e Grasso stampano alcuni volantini e l’indomani li distribuiscono a scuola. Nei manifesti da loro firmati, i giovani riassumono i fatti, aggiungono di potere chiamare a testimoniare anche due collaboratori scolastici e concludono con l’invito a denunciare episodi simili, qualora ce ne fossero stati. Augurandosi di incontrare i rappresentati della lista avversaria per un confronto. «Per via del volantino siamo stati convocati dalla dirigente, dalla commissione elettorale e dagli insegnanti che ci hanno comunicato come il nostro volantinaggio avesse violato il regolamento dell’istituto», racconta Bella. Attività per la quale «siamo stati sanzionati con un giorno di sospensione e con l’obbligo a frequentare un corso di quattro ore sulla legalità», aggiunge.

Non c’è alcuna volontà persecutoria 

«Si tratta di fatti gravissimi e per questo continueremo a denunciare ogni abuso di potere e atto di repressione o di prepotenza a scuola», chiosa Lps. «La loro sanzione, peraltro mite, non è stata decisa da me ma da quattro consigli d’istituto perché i ragazzi in questione hanno sbagliato, non vogliono ammetterlo e non hanno nemmeno provato a chiedere scusa. Cosa che – dichiara Vetri – a noi sarebbe bastata». La necessità del provvedimento nasce «dal fatto che loro, in quanto rappresentanti d’istituto, sono dei modelli anche per i più piccoli e non può passare il messaggio che le regole possono anche non essere rispettate», aggiunge la dirigente scolastica. Che precisa: «Qualche lezione sul libertà di stampa e sulla legalità in un’altra classe non può che fare bene, a tutti». 

Mentre sugli attacchi rivolti a lei personalmente, replica: «Il mio ruolo è educativo, non repressivo e non c’è alcuna volontà persecutoria. Mi rendo conto che hanno la necessità di costruirsi un nemico, qualcuno contro cui combattere, un adulto e un’istituzione che fanno coincidere con me e ne prendo atto. Io – prosegue – posso anche essere impopolare, non mi importa. Mi interessa che loro comprendono che le regole vanno rispettate, non solo per quanto riguarda la vita a scuola oggi ma soprattutto per il loro futuro», conclude. 

Cassandra Di Giacomo

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