Insomma, l’incendio della discarica di Bellolampo ha inquinato Palermo e i centri vicini? La domanda non è oziosa. Ozioso, semmai, è il tempo che si sta perdendo nel non fare arrivare le risposte esaurienti.
La verità è che, di quest’incendio, fino ad oggi, non si è capito nulla. In incendio appiccato in più punti. Scientificamente. Com’è possibile che nessuno ha visto nulla? Sembra di essere davanti al più classico dei delitti di mafia: niente ho visto, niente ho sentito e -soprattutto – niente dico. (a sinistra, l’incendio di Bellolampo, foto tratta da telejato.globalist.it)
Di acchiappare i responsabili non se ne parla. Come se la discarica di Bellolampo – una delle più grandi d’Europa – fosse gestita da nessuno e non dal Governo nazionale.
Per non parlare – come fa notare per l’ennesima volta il parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi – dei pericoli provocati dall’incendio. Apprendi, che nella vita fa il Vigile del fuoco, sin dal primo momento ha lanciato l’allarme. Ma le sue parole sono cadute nel vuoto. Oggi torna a parlare.
Ieri si è appreso che il latte di alcuni animali sarebbe inquinato da diossina. E la paura, a Palermo e dintorni, è esplosa. Soprattutto tra le mamme che allattano u bambini.
“Siamo – dice in un comunicato – a quasi un mese dall’inizio dell’incendio della discarica di Bellolampo e si continua con il balletto dei dati inquinanti. Siamo una regione che va commissariata per le omissioni che fino ad ora registriamo”.
“Non si capisce – aggiunge – perché dobbiamo fidarci dell’Istituto zooprofilattico di Teramo pur avendo in Sicilia un Istituto che, al suo interno, ha certamente professionalità che possono rispondere alle esigenze del momento, se così non fosse bisognerebbe chiuderlo”.
Apprendi tocca un tasto assolutamente sensato: la Sicilia può contare su un ottimo Istituto zooprofilattico, che non ha nulla da invidiare ad altre strutture simili. Per quale motivo i tecnici di questa struttura regionale di alto livello non sono stati coinvolti? Forse perché avrebbero detto pane a pane e vino al vino?
“E’ una continua mortificazione – aggiunge il deputato del Pd -: inquinamento si, inquinamento no. Basta! I cittadini devono sapere tutta la verità e devono essere protetti, le donne in gravidanza, gli anziani, i bambini, tutti soggetti ignari”.
“Sono certo – conclude Apprendi -che i tecnici hanno fatto il loro dovere, come hanno fatto coloro che hanno spento l’incendio, ci sono responsabilità in chi dovrebbe adottare i dovuti provvedimenti in conseguenza dei dati in possesso”.
Rogo a Bellolampo, i pm: Disastro ambientale. DallArpa nessuna certezza sulle diossine
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