Anziani al voto, parla il responsabile della casa di cura «Sammartino? Un amico, è stato in visita elettorale qui»

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L’onorevole Luca Sammartino è stato ospite della nostra struttura durante la campagna elettorale. L’ho presentato a tutto il personale, agli ospiti e alle loro famiglie». Angelo Borzì, responsabile del centro di riabilitazione per anziani Maria Regina di Sant’Agata li Battiati non si nasconde. Amico – «e me ne fregio» – del recordman di preferenze delle ultime elezioni regionali, ha deciso di accoglierlo prima del voto di domenica scorsa con l’obiettivo dichiarato di aiutarlo nella scalata verso palazzo dei Normanni. «D’altronde in America si fa molto peggio», scherza. Ad accogliere Sammartino ci sarà stata la stessa platea che MeridioNews ha incontrato durante la sua visita alla struttura: decine di anziani in sedia a rotelle, infermieri, medici e amministrativi. A sollevare il caso stato il figlio di una signora di 88 anni che, ricoverata nel centro e «impossibilitata a muoversi e a mangiare da sola» secondo la versione del familiare, sarebbe stata portata a votare l’onorevole Luca Sammartino in un seggio allestito all’interno della casa di cura, dopo la presentazione di documenti sulla cui validità adesso indagano i carabinieri.

La vicenda ha conquistato la ribalta mediatica grazie a un
video, realizzato proprio dal figlio della degente e girato nell’ufficio elettorale del Comune di Battiati dove l’uomo è andato a chiedere spiegazioni sul voto della madre all’insaputa sua e del fratello, tutore dell’anziana. Incontrando anche la solidarietà degli impiegati comunali. Il filmato ha fatto subito il giro dei social e dei cellulari dei cittadini. Tanto da meritare anche l’apertura di un’inchiesta da parte delle forze dell’ordine, che nel pomeriggio si sono presentate al municipio etneo per sequestrare i documenti relativi al caso. E non solo. «Anche noi abbiamo ricevuto la visita dei carabinieri di Gravina di Catania – conferma a MeridioNews il responsabile della casa di cura Maria Regina -. Io posso dirvi che mi atterrò a quanto verrà ricostruito dalla magistratura. Noi operiamo da 30 anni e da sempre abbiamo richiesto l’attivazione di un seggio speciale nella nostra struttura». Uno dei punti chiave della vicenda riguarda proprio le modalità di voto. Affinché le strutture private ottengano l’apertura di un punto interno dove votare – una specie di costola temporanea di un seggio già esistente – serve che abbiano un determinato numero di posti letto: almeno cento. A quel punto, sono i pazienti stessi a fare richiesta per poter esercitare il proprio diritto di voto. E così è stato per la signora, non è chiaro quanto consapevolmente. «Abbiamo 115 persone ricoverate e i votanti sono stati 48», spiega Borzì.

Impossibile dire a chi siano andate le preferenze degli anziani ospiti del Maria Regina. Per garantire la
segretezza del voto, considerato l’esiguo numero dei votanti, in questi casi si procede a trasferire le schede alla sezione d’appartenenza. Nello specifico, la numero due. Nella quale il più votato è stato proprio Sammartino. Così come nel resto del Comune e, in generale, della provincia. «Una barca di voti», aggiunge Borzì. Che sulle condizioni di salute della signora 88enne precisa: «Noi non abbiamo mai saputo che fosse interdetta perché nessuno dei suoi figli lo ha mai comunicato. Ha una emiparesi, ma con l’altra mano, volendo, può scrivere». Non è chiaro se con la destra o la sinistra, «perché io non sono medico», si giustifica Borzì. E d’altronde, secondo la legge, non importa: se si hanno almeno una mano e occhi funzionanti, a prescindere dalla lucidità, si è ammessi all’urna senza discussione.

Ma intanto, negli uffici del municipio, i militari hanno controllato
documenti e richieste dei degenti per esercitare il voto. Al secondo piano il sindaco Marco Rubino ha convocato un vertice con dirigenti e impiegati per provare ad avere un quadro chiaro della vicenda. «Si tratta di una struttura seria che da sempre istituisce un seggio al suo interno. E poi, insomma, anche gli anziani hanno diritto a votare», commenta quando lo incontriamo. Lui ancora non lo sa, ma al piano di sotto i militari stanno fotocopiando tutto il materiale potenzialmente utile. Compresi i documenti, inquadrati anche nel video, in cui si vede chiaramente il timbro della struttura sanitaria e in cui il figlio della 88enne ha riconosciuto una firma della madre che, sostiene l’uomo, sarebbe stata contraffatta. «Sono contento della visita dell’Arma – conclude dopo – perché così si farà chiarezza».

Dario De Luca

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