Antiracket, polemiche a Trapani su gestione associazione Tra ritiro di candidatura e utilizzo del bene confiscato

Dopo il ritiro della disponibilità alla candidatura per l’incarico di presidente dell’Associazione Antiracket e Antiusura di Trapani da parte del giornalista e corrispondente dell’Ansa, Gianfranco Criscenti, sono arrivate le dimissioni dal direttivo della professoressa Maria Concetta Marino. Due episodi che fanno ben comprendere come qualcosa si sia rotto nell’equilibrio e nelle dinamiche all’interno dell’associazione nata nel 2008 e oggi guidata dal professore Enzo Guidotto, consulente della commissione parlamentare antimafia. Alla base del dietrofront di Criscenti, la Passeggiata della legalità, promossa dallo sportello Antiracket di Trapani, che avrebbe dovuto svolgersi ieri a Castellammare del Golfo. Dall’iniziativa si è sfilata anche l’Arma dei carabinieri. Pare infatti che la partecipazione del comandante della compagnia dei carabinieri di Alcamo fosse stata annunciata, e inserita nella locandina, senza l’ok da parte dell’Arma che ha smentito qualsiasi partecipazione all’evento. Il perchè è da ricercare nel coinvolgimento del sindaco di Castellammare Nicolò Rizzo nell’ambito dell’operazione Cutrara

Sul primo cittadino pende attualmente una richiesta di condanna a due anni con l’accusa di favoreggiamento aggravato alla mafia. La sentenza è prevista per il prossimo mese di settembre. «Con rammarico – ha scritto in un post su Facebook la professoressa Marino – annuncio le mie dimissioni dal direttivo dell’Associazione antiracket e antiusura di Trapani, di cui, fino ad oggi, mi sento onorata di averne fatto parte. Ringrazio ogni componente per la disponibilità e la collaborazione prestata e le iniziative messe in campo. Ringrazio, sentitamente, il professore Enzo Guidotto, di cui mi onoro di essere amica e sua allieva». 

L’associazione, a gennaio era stata assegnataria di un finanziamento nell’ambito di un programma operativo Legalità sostenuto dal ministero degli Interni con fondi dell’Ue. Un progetto che ha consentito l’apertura dello sportello della solidarietà con l’inserimento di importanti figure come quella dell’addetto stampa, il legale, lo psicologo e dunque di fare un importante passo avanti nella diffusione delle attività e nell’assistenza alle vittime del racket e dell’usura, oltre la consueta attività nelle scuole di educazione alla legalità. Ci sarebbero dunque tutte le premesse per ben operare. Lo sportello ha anche ricevuto l’ok da parte dell’amministrazione di Valderice all’utilizzo di un immmobile confiscato alla mafia che attualmente ospita il sentro servizi culturali di documentazione sulla criminalità organizzata Gian Giacomo Ciaccio Montalto. 

L’associazione però di fatto non ha mai messo piede all’interno dell’immobile e la sede dello sportello risulta essere in via Marinella a Trapani, all’interno dello studio legale dell’avvocato storico dell’associazione, Giuseppe Novara. «Il Comune di Valderice – afferma Novara – con il quale è stato stipulato un protocollo d’intesa nel 2019, non ci ha mai assegnato alcun bene come sede dello sportello, ci ha solo concesso l’utilizzo di alcuni immobili per lo svolgimento di manifestazioni promosse dall’associazione. Allo stato attuale la sede è all’interno del mio studio a titolo gratuito». Eppure, in una nota a firma del sindaco di Valderice Francesco Stabile, si legge che «in riferimento al progetto sportello di solidarietà vittime di racket e usura Pon legalità 2014/2020 e in adesione al Protocollo d’intesa sottoscritto nel maggio del 2019, si comunica che la sede messa a disposizione dal Comune di Valderice, presso la quale potranno svolgersi le attività previste, sarà quella del Centro servizi culturali di documentazione sulla criminalità organizzata Gian Giacomo Ciaccio Montalto». 

In occasione della commemorazione della strage di Via D’Amelio, era in programma a Valderice una manifestazione per presentare lo sportello della solidarietà. L’evento è stato però annullato dall’amministrazione comunale a data da destinarsi. Sul punto, Criscenti, in una breve nota su Facebook, ha lascia intendere che un elemento di fragilità potrebbe essere stato proprio la mancata operatività dell’associazione. «Il fatto è che quando le sintesi in quanto tali mai esaurienti di conversazioni e discussioni riservate diventano di dominio pubbliche – scrive il presidente dell’associazione antiracket Enzo Guidotto –  fanno pensare a chissà che cosa con il rischio di far passare all’occhio dell’opinione pubblica per ciclone devastante un semplicissimo acquazzone estivo. Le esternazioni su Facebook di Gianfranco Criscenti e Maria Concetta Marino – prosegue Guidotto – si sono inserite nel contesto delle discussioni sul rinnovo delle cariche associative. Il post di Gianfranco Criscenti rientrava in un contesto di conversazioni riservate in vista del rinnovo delle cariche associative, che, avendo la durata di tre anni, scadono nel prossimo mese di ottobre». 

«A norma di statuto dell’associazione – va avanti Guidotto – l’assemblea dei soci elegge il direttivo e poi i membri di questo eleggono il presidente. Quelle conversazioni riguardavano quindi una prospettiva di disponibilità. Per chiarire meglio la situazione, in tutta sincerità non posso fare a meno di precisare che avevo partecipato anch’io alle citate conversazioni e conoscendo bene e da tempo la dirittura morale, la rara coerenza e la ferrea intransigenza di Gianfranco Criscenti avevo visto di buon occhio la sua disponibilità a impegnarsi direttamente e personalmente all’interno dell’associazione. Scrivo direttamente e personalmente perchè, di fatto, Gianfranco Criscenti, sia pure dall’esterno ma sin dalla nascita dell’Associazione, ha sempre offerto – conclude Guidotto – una qualificata collaborazione nella realizzazione di valide attività».

Pamela Giacomarro

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