di Francesco Vecchio
Leurodeputato del Cantiere popolare, Antonello Antinoro, è stato condannato alla pena di sei anni dalla Corte dAppello di Palermo. La sentenza inflittagli è decisamente più pesante rispetto alla condanna, pur grave, comminatagli in primo grado, a due anni e due mesi. Per luomo politico è stata disposta anche linterdizione perpetua dai pubblici uffici.
Il reato è stato, dunque, riqualificato in scambio elettorale politico-mafioso, mentre lagevolazione di Cosa nostra era stata nettamente esclusa dal Tribunale. Laccusa mossa nei confronti dellesponente politico prendeva spunto da due incontri avvenuti nella primavera del 2008, alla vigilia delle elezioni regionali e politiche, con alcuni uomini allora incensurati: Agostino Pizzuto, Antonino Caruso e Vincenzo Troia.
Antinoro avrebbe, nellambito di quelle visite, promesso e retribuito tali esponenti con una somma tra i 3000 e i 5000 euro. Ma Il Tribunale non ritenne provata la consapevolezza da parte di Antinoro che le persone che incontrava erano appartenenti alla famiglia di Resuttana e Pallavicino.
La difesa ha sempre sostenuto che molti dei personaggi citati dalla pubblica accusa non si recarono neppure a votare. Antinoro stesso, in sede di dichiarazioni spontanee, ha negato di conoscere il rango delle persone cui si rivolse per stampare i manifesti elettorali. Il procuratore generale, Salvatore Messina, ha ribadito la tesi dellacquisto di voti a 50 euro cadauno. Con la sentenza di oggi si riporta il capo dimputazione alla formulazione originaria aggravando, qualitativamente e quantitativamente, la posizione delleurodeputato. Ribaltando, in peggio, la sentenza di primo grado, viene riconosciuta la sosta tariffaria pari a 50 euro a voto e vengono riscontrate credibili le dichiarazioni di alcuni pentiti nei confronti di Antinoro.
In attesa del deposito delle motivazioni, la difesa ha preannunciato il ricorso in Cassazione.
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