«Abbiamo provato a cercare un compromesso, ma lazienda ha rifiutato ogni proposta, in preda a un delirio di onnipotenza». La vertenza dellemittente Antenna Sicilia del gruppo Ciancio torna ad infiammarsi. Oggi si è tenuto un incontro allUfficio Provinciale del lavoro tra sindacati e rappresentanti aziendali, ma come testimoniano le parole di Giovanni Pistorio, segretario confederale della Cgil, non è stato trovato alcun accordo. Anzi, lazienda ha confermato il licenziamento di 28 dipendenti su 58. Eppure numerosi erano stati i tentativi di mediazione da parte dei sindacati.
Al centro delle trattative il contratto di solidarietà, un’accordo che consentirebbe il mantenimento dei livelli occupazionali, ma con la conseguente diminuzione di orario di lavoro e retribuzione. I sindacati proponevano una perdita del 40 per cento dello stipendio, lazienda non è scesa sotto il 45, dopo essere partita dal 50 per cento. Niente da fare. Così come è arrivato un no alla proposta di discutere di eventuali prestazioni part-time per ridurre i licenziamenti. Mentre sulla Cassa integrazione in deroga, comunicano i sindacati, «né lazienda, né lufficio provinciale del lavoro si sono assunti responsabilità, perché non ci sono soldi». I lavoratori licenziati non potranno quindi usufruire di nessun ammortizzatore sociale, se non la somma pari al 12,5 per cento dello stipendio garantita dallInps. «Le istituzioni ci hanno abbandonato accusa Davide Foti, della Slc Cgil nessuno ha mosso un dito: Comune, Provincia, Regione e Prefetto».
Per Pistorio la totale chiusura spinge la stessa azienda verso una posizione suicida. C’è il rischio infatti di perdere i canali, il dieci e lundici, immediatamente successivi alle reti nazionali, assegnati ad Antenna Sicilia e Telecolor nel passaggio al digitale terrestre. La graduatoria infatti si basa anche sul numero di dipendenti a tempo indeterminato delle aziende. «Siamo sicuri che con il 50 per cento di licenziamenti ad Antenna Sicilia verrebbe assegnata la stessa frequenza?», si chiede Pistorio. In teoria le graduatorie, una volta pubblicate, non dovrebbero subire più modifiche. Ma, spiega il sindacalista, potrebbe essere messo di nuovo tutto in discussione a seguito delle recenti sentenze del Consiglio di Stato (numero 04658, 04659, 04660, 04661 del 2012) e le successive delibere dellAgcom. Lo scorso 4 settembre infatti il Consiglio di Stato ha annullato il piano di numerazione automatico dei canali della televisione digitale terrestre in chiaro. Ha imposto allAgcom di «ripronunciarsi sullassegnazione dei numeri ai canali, a seguito di una nuova indagine sulle abitudini e preferenze degli utenti da condursi con adeguati criteri che garantiscano univocità di elementi di comparazione». La consultazione tra gli utenti avrebbe dovuto avere inizio entro e non oltre il 4 ottobre. E il nuovo piano di numerazione dovrebbe essere pronto entro sei mesi a partire da quella data.
Nel frattempo i sindacati annunciano un pacchetto di sciopero di 20 ore a partire da lunedì, giorno in cui ci sarà un nuovo presidio davanti alla Prefettura. Esclusa, almeno per ora, una nuova occupazione della sala di registrazione nella sede di via Odorico da Pordenone anche perché, conclude Foti, «lazienda ha diramato una direttiva che annulla tutte le dirette fino a data da destinarsi». Il direttore di Antenna Sicilia, Renato Stramondo, contattato telefonicamente da Ctzen, ha preferito non rispondere alle domande. I quesiti, su sua richiesta, sono stati inviati via email a cui non è stata data ancora risposta.
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