«Persecuzione mediatica promossa da alcuni organi di stampa e da esponenti politici della maggioranza di governo». Il distretto di Catania dell’associazione nazionale magistrati definisce così, in una nota, l’attenzione sulla giudice del tribunale etneo Iolanda Apostolico, suscitata da un video pubblicato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che la ritrae nel 2018 a una manifestazione pro-migranti al porto di Catania. Una partecipazione giudicata inappropriata e che, secondo il governo Meloni, farebbe sorgere dei dubbi sulla recente decisione della stessa giudice di non applicare un decreto governativo di espulsione accelerata di alcuni migranti. Non l’unica polemica relativa alla vicenda, che vede ancora misteriosa la mano che ha registrato il video pubblicato da Salvini: con inquadrature e posizione che farebbero risalire alle forze dell’ordine e la notizia di un carabiniere che, secondo notizie di stampa, si sarebbe autoaccusato per poi negare fermamente.
«Continuiamo a deplorare con sconcerto, dolore e preoccupazione», scrivono i giudici dell’Anm etnea a proposito della campagna contro la collega, «rea di aver adottato alcuni provvedimenti di diniego di convalida del trattenimento amministrativo di migranti, provvedimenti seguiti da altri di tenore sostanzialmente analogo da parte di altri uffici giudiziari». Il riferimento è alla decisione adottata anche dal tribunale di Firenze nonché, sempre a Catania, da un collega di Apostolico, il giudice Rosario Cupri. «Il diritto dell’immigrazione è materia assai complessa che attiene ai diritti soggettivi delle persone – continua la nota – Il dibattito sulle decisioni giudiziarie, anche pubblico e anche in questa materia, è lecito e, anzi, ben accetto. Ma non una riga di critica ragionata traspare negli interventi pubblici sopra accennati, bensì solo sconsiderati e indecorosi attacchi alla persona del giudice (finanche invocando, non è dato comprendere a che titolo, la sua espulsione dal corpo della magistratura, perpetrati in ambiti estranei alla sfera professionale, sino al punto di pedinare e riprendere la collega nei suoi quotidiani spostamenti privati».
Attacchi che, secondo i giudici, oltre a «screditare la figura» di Apostolico, avrebbero anche «l’effetto di intimidire coloro i quali saranno chiamati a pronunciarsi su vicende analoghe». Per questo l’Anm etnea invita «tutti coloro che stanno promuovendo questa indegna campagna denigratoria a desistere immediatamente», annunciando anche di valutare con i colleghi coinvolti «ogni opportuna iniziativa ulteriore da intraprendere a tutela della loro dignità».
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