IN UN CONVEGNO CELEBRATO A PALERMO IL NOTO ECONOMISTA HA FATTO PIAZZA PULITA DI TUTTE LE BUGIE SULLA RIPRESA ECONOMICA RACCONTATE IN ITALIA. DALLA SUA ANALISI EMERGE CHE, ORMAI, DUE EUROPE: LA MITTELEUROPA, CHE TIENE; E LEUROPA DEL SUD (DELLA QUALE FA PARTE LITALIA) CHE SPROFONDA NELLA CRISI
Nel pomeriggio di ieri, nel salone delle conferenze di Confindustria Sicilia, ha avuto luogo una sorta di lectio magistralis del professore Andrea Boltho (nella foto sotto, tratta veritaevisioni.it) sul tema Dove va l’economia europea. La manifestazione si è svolta nel quadro degli incontri culturali promossi dall’Ucid, Unione cristiana degli imprenditori democratici
La prolusione, assai documentata, del professor Boltho, è stata preceduta dal saluto del dottor Giovanni Catalano, direttore di Confindustria Sicilia, il quale, a nome dell’organizzazione imprenditoriale, ha rivolto il benvenuto ai relatori ed al pubblico, facendo gli onori di casa. Quindi il dottore Massimo Maniscalco, presidente dell’Ucid, nel presentare l’iniziativa, ha passato in rassegna i grandi aggregati del bilancio statale dal quale sono emersi tutti i limiti che determinano la crisi del sistema italiano e i suoi vincoli legati alla spesa corrente ed improduttiva.
A seguire il professore Salvo La Rosa, ordinario di economia all’Università di Palermo, ha tracciato il profilo del relatore, ricordando le sue innumerevoli attività di ricercatore e di operatore dei maggiori centri di economia internazionali, dall’insegnamento a Parigi ed al Magdalen college di Oxford, dove attualmente è impegnato, alla sua attività decennale presso l’Organizzazione della cooperazione allo Sviluppo economico, Ocse. Non trascurando di ricordare che il professor Boltho ha vissuto nove anni della sua adolescenza a Palermo, dal 1950 al 1958. Infine, sottolineando che egli è docente di macro economia e di economia internazionale.
A completare la presidenza del convegno, erano presenti il professore Fabio Mazzola, preside della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo e l’ex docente di economia, professore Tito La Francesca.
Il professore Boltho, con l’ausilio di un numero impressionante di tabelle, grafici e diagrammi, ha illustrato, con puntiglio e certificando ogni sua argomentazione, le cause che hanno determinato l’attuale crisi dell’economia europea. Nella sua esposizione non è stato trascurato nessun aspetto della realtà economica europea, dalla produttività al sistema del credito; dal costo del lavoro alla crisi dell’euro; dal competitività alla questione morale (leggi corruzione).
Dalla sua esposizione, assai ampia e particolareggiata, è emersa la sostanziale divisione in due dell’Europa: la realtà produttiva dell’area settentrionale, tranne qualche isolata condizione di arretratezza, e la strutturale arretratezza dell’Europa meridionale mediterranea, con in mezzo la Francia che in qualche misura si barcamena.
Due aspetti sono emersi con forza. Il primo riguarda il sistema produttivo, compreso il costo del lavoro: in Germania i lavoratori hanno accettato di lavorare di più e di guadagnare di meno nel periodo caldo della crisi finanziaria internazionale, mantenendo alto il grado di competitività di quel sistema, favorendone l’incremento di produttività. Mentre nelle zone meridionali dell’Eurozona la spesa pubblica è stata più alta, a tutto discapito della produttività, ed a fronte di tale stato dei fatti si è riscontrato un rilevantissimo incremento della corruzione. Questo il succo, anzi il concentrato, del discorso del professore Boltho. La nota più preoccupante del discorso di Boltho è la previsione, secondo le proiezioni, che sino al 2015 le cose non cambieranno.
Egli – com’è d’altronde ovvio, trattandosi di un analista – non ha toccato i temi politici incombenti sulla prospettiva dell’Europa comunitaria, fatta eccezione per il riferimento ad una valutazione fatta a suo tempo dal New York Times a proposito dell’euro, quale moneta unitaria priva di un potere politico unitario. Argomento peraltro assai presente nel dibattito europeo che tuttavia stenta a trovare soluzioni politiche, stante la pressione della finanza internazionale sulle decisioni politiche dell’Europa.
Se dovessimo trarre delle conclusioni dalla relazione del professore Andrea Boltho dovremmo dire che l’Unione europea non c’è più, perché ormai esistono due Europe distinte, Né è possibile concepire un’Europa a due velocità. Dovremmo, purtroppo, ammettere che il tentativo della Gran Bretagna di creare un sistema comunitario alternativo alla Cee, realizzato attraverso la Efta (area di libero scambio), fallito nella circostanza temporale della sua epoca, si è realizzato nel tempo all’interno della stessa Unione, con grande giubilo delle altre grandi potenze mondiali che hanno sempre visto con timore la nascita del colosso politico europeo.
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