Il Palermo si è infilato in un tunnel e non riesce a trovare la via di uscita. I rosanero cercavano un bagliore di luce dopo le sconfitte consecutive contro Juventus in campionato e Alessandria nel quarto turno eliminatorio di Tim Cup ma la squadra è rimasta al buio. Il blackout degli uomini di Ballardini continua con la sconfitta rimediata a Bergamo contro l’Atalanta nella quindicesima giornata. Il rotondo 3-0 maturato grazie ai gol di Denis, Cherubin e De Roon apre ufficialmente la crisi dei siciliani e rende ancora più pesante il clima dello spogliatoio reduce da giorni di tensione alimentata dal passo falso in Coppa Italia e dalle scorie lasciate da quel ko pagato da tre giocatori (Rigoni, Maresca e Daprelà) con l’esclusione dal progetto tecnico.
Il Palermo ha fallito un altro appuntamento e adesso deve guardare con attenzione la classifica. Grazie alla sconfitta interna del Frosinone, prossimo avversario al Barbera, i rosa sono rimasti al quart’ultimo posto ma la zona retrocessione è a un passo e la squadra, soprattutto alla luce dei segnali forniti nelle ultime uscite, non può sentirsi al sicuro. Così come non è solida la posizione di Ballardini. Il fantasma di Iachini continua ad aleggiare intorno alla panchina e i risultati confermano che anche il tecnico romagnolo, per il quale potrebbe essere decisiva la prossima gara con i ciociari, dopo un inizio incoraggiante ha perso gli strumenti necessari per invertire il trend negativo.
Il verdetto del campo, tuttavia, oggi ha punito oltremisura la squadra. Nonostante il 3-0, infatti, è stato comunque un Palermo diverso da quello visto mercoledì in Coppa Italia. Diverso non solo nella fisionomia (Ballardini ha dato spazio nuovamente ai titolari pur dovendo rinunciare agli squalificati Vazquez e Struna) ma anche nello spirito. Del resto non era troppo difficile fare meglio della gara giocata mercoledì. Sul piano dell’atteggiamento, dettato dalla volontà di cancellare la brutta immagine proposta contro l’Alessandria, ci sono stati dei progressi rispetto a quattro giorni fa. In Coppa Italia la squadra non ha avuto un barlume di gioco ed è stata totalmente allo sbando. Oggi a Bergamo, quanto meno c’è stata una reazione di orgoglio anche se, va detto, si tratta di una magra consolazione.
L’approccio positivo al match non è bastato ai rosanero, puniti da un’Atalanta brillante e soprattutto in fiducia dopo il prestigioso successo ottenuto domenica scorsa sul campo della Roma. Il coefficiente di difficoltà dell’avversario è certamente un fattore ma sono stati gli errori difensivi, sia individuali che di reparto, a vanificare ancora una volta il piano d’azione impostato dai rosa. Sbavature determinanti nell’economia del risultato e che, come avvenuto mercoledì, hanno reso la partita decisamente in salita. Se il primo gol degli orobici firmato Denis può essere derubricato come circostanza casuale (l’argentino si è ritrovato sulla traiettoria di un tiro di De Roon e ha battuto Sorrentino con un facile tap-in), il 2-0 di Cherubin è un errore da matita blu perché, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il difensore nerazzurro ha segnato colpendo di testa in assoluta libertà. Senza una fase difensiva affidabile una squadra non può andare molto lontano. Pur avendo mostrato a tratti delle trame gradevoli, il Palermo ha evidenziato gravi lacune nella lettura di alcune situazioni: nei giorni scorsi è scattato un campanello d’allarme che oggi non si è esaurito. Il suono, anzi, è stato amplificato dalle due reti subite e dalle altre palle-gol che, se fossero state sfruttate dai padroni di casa (Moralez in particolare), avrebbero reso il passivo ancora più pesante già nella prima frazione di gioco.
In casa rosanero le note liete da segnalare in una giornata negativa sono state, nella ripresa, il ritorno dopo un lungo stop di Morganella, entrato al posto di Andelkovic (schierato oggi nell’inedito ruolo di esterno destro in una difesa a quattro) e rientrato in campionato dopo lo spezzone di gara disputata in Coppa Italia e la soddisfazione personale di Pezzella, esterno sinistro classe ’97 all’esordio in serie A in virtù del suo ingresso in campo al posto di Jajalo. Unici accenni di sorriso sul volto di un Palermo troppo vulnerabile, una squadra che ha creato qualche situazione di pericolo (il più insidioso è stato Chochev con un sinistro nel primo tempo deviato da Sportiello ed un paio di colpi di testa nella ripresa), ma senza la risorse tecniche necessarie per spostare dalla propria parte l’asse della partita. Letali, in questo caso, le ripartenze degli uomini di Reja che, in dieci uomini per l’espulsione-lampo del neo-entrato Migliaccio (ex di turno), nel finale hanno messo il punto esclamativo con il 3-0 di De Roon con una conclusione di sinistro dal limite dell’area.
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