Ancora nessuna traccia del capodoglio che ormai quattro giorni fa è stato avvistato in forte stato di sofferenza dopo essere finito in una spadara per la pesca illegale. Volontari e uomini della guardia costiera hanno lavorato febbrilmente per liberare l’animale, ma quando ha fatto perdere le sue tracce – ieri – ancora una parte della rete gli cingeva la coda.
«Purtroppo ancora le ricerche non hanno portato a ritrovare il capodoglio è stato avvistato per l’ultima volta che due giorni fa con tanta rete ancora impigliata nella coda – dice Carmelo Isgrò, biologo marino impegnato nelle operazioni – Naturalmente non ha la capacità di togliersela da solo e in queste condizioni le sue probabilità di sopravvivere purtroppo si riducono drasticamente. Siamo comunque positivi e fiduciosi sperando anche nella segnalazione di qualche diportista alla Guardia Costiera».
Intanto la notizia ha avuto grandissima diffusione, ripresa anche da importanti testate internazionali come Bbc News, Time, Nbc e Guardian. L’attenzione si sta focalizzando sul dramma delle spadare. «Sono contento di essere stato citato insieme al MuMa – Museo del Mare Milazzo che ha al centro lo scheletro del Capodoglio Siso, morto per evitare che tragedie come questa possano continuare ad accadere – dice ancora Isgrò – Purtroppo però è evidente che queste reti continuano a essere presenti nei nostri mari. È arrivato il momento di dire veramente basta».
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