Ancora a proposito del convegno sullo sbarco alleato in Sicilia

PURTROPPO I DANNI PROVOCATI DAGLI STORICI DI REGIME NEL NOSTRO PAESE SONO ENORMI. CHI SI FERMA ALLA CONOSCENZA DELLA STORIA ‘OFFICIALE’ DEL RISORGIMENTO FINISCE PER CREDERE CHE GARIBALDI SIA STATO UN ERRORE E CHE L’UNITA’ D’ITALIA SIA STATA UNA COSA SERIA. INVECE E’ TUTTO IL CONTRARIO

Lettera aperta al signor Piero Canale

Caro Signor Canale

Mi dispiace enormemente di avere scosso il suo sistema nervoso in occasione del convegno sullo “sbarco alleato in Sicilia”. Non era mia intenzione e me ne dolgo. Vorrei innanzitutto rassicurarla che non ho partecipato alla seconda giornata del convegno perché, come tanti altri, ne avevo già piene le scatole delle vacuità della prima. E poi, vorrei ancora rassicurarlo della mia assenza alla seconda giornata del convegno. Quel secondo giorno avevo un importante appuntamento con il mio panettiere con cui discutere di cose serie e non di vacuità. Un artigiano del pane che sicuramente di storia ne mastica molto più di lei e di buona parte degli studiosi presenti al convegno
Non distratto dalla mia ingombrante ed inopportuna presenza, caro sig Canale, il secondo giorno avrà così avuto modo di seguire e “gustarsi” attentamente, da “aspirante storico”, il convegno non essendo impegnato ad ascoltare, come se non avesse altro da fare il primo giorno, tutto quello che io dicessi e facessi. Troppo attenzione ed onore da parte sua per un misero giornalista pubblicista come me.

Leggendo il suo commento pieno di rabbia e di livore, nei miei confronti, che è solo pari alla saccenza ed alla presunzione dei suoi referenti storici (da sempre assoluti depositari della verità) non posso non farmi un’idea di lei, la cui approssimazione culturale, la sconoscenza della verità storica oltre che il mancato rispetto della dignità delle persone, come un soggetto che non merita, per questo, considerazione alcuna se non qualche precisazione per colmare il suo vuoto intellettuale, storico e culturale.
Intanto per quanto la riguarda, voglio tranquillizzarla che il mio ““librettino” cui la sua irrispettosa invidia fa riferimento, gli piaccia o no, (è in allestimento la terza edizione) è stato distribuito nelle sue due prime edizioni in migliaia di copie (anche nelle scuole) con riconoscimenti, premi, attestati ed è stato poi spesso oggetto di dibattiti in convegni storici e culturali.
Un’esagerazione, direbbe lei, per un librettino che racconta minchionerie. Non le viene il legittimo sospetto, caro sig. Canale, che proprio minchionerie non sono? E che sia venuto il tempo per quelli come lei, trincerati sulle barricate in difesa delle falsità propinateci dalla storiografia ufficiale, di arrendersi all’evidenza. Ovverosia che Garibaldi, quello di Bronte, il saccheggiatore del Banco di Sicilia e del Banco di Napoli, quello aiutato dai picciotti di mafia in Sicilia e dalla camorra a Napoli fu un conquistatore e non un liberatore. Che i piemontesi del re galantuomo Vittorio Emanuele II saccheggiarono depredarono e massacrarono le popolazioni meridionali con tutti i danni e le malefatte che derivarono al Sud dalla mala Unità d’Italia sino ai nostri giorni.

Di tutto questo anziché con presunzione e parlare a vanvera ed offendere se ne faccia una ragione Se ne faccia una ragione dandosi alle buone letture, come certo non avrà fatto sinora, e arricchendo la sua limitata cultura storica. E, se proprio non preferisce i librettini di miseri giornalisti pubblicisti, a proposito di una visione critica del risorgimento e dei suoi finti eroi si diletti, al riguardo, della lettura dei libri di Carlo Alianello, Michele Topa, Nicola Zitara, Gigi Di Fiore, Denis Mack Smith, Cristofer Duggan, Martin Clark, Luy Riall, Tommaso Pedio, Gaetano Salvemini, Antonio Gramsci, Giustino Fortunato, Napoleone Colajanni, Paolo Mieli, Giuseppe Carlo Marino e molti altri (che sono stati assieme ad altri autori e riscontri documentali, la fonte dei miei studi e delle mie ricerche) che, salvo lei non riesca a dimostrare il contrario, mestatori della storia non sono mai stati.
Li legga e poi ne riparliamo. Tutti costoro, con sfumature più o meno marcate, nelle loro opere e nei loro scritti storici ed economici hanno inteso dimostrare che le vicende del risorgimento (con la erre rigorosamente minuscola visto i danni immani che ha prodotto nel Sud con la esse maiuscola!) e che portarono alla mala Unità d’Italia si realizzarono essenzialmente con spoliazioni, predazioni e con un progressivo impoverimento sulla pelle delle popolazioni meridionali e della Sicilia. Popolazioni meridionali non proprio liberate dal suo amato eroe Garibaldi, ma bensì conquistate, colonizzate e “civilizzate” e ancor più disprezzate come razza inferiore dagli stessi conquistatori prima e dalla teorizzazione razzista della scuola positivista del Lombroso e dei suoi discepoli poi.
Dice Milan Kundera: “Per liquidare un popolo si comincia con il privarlo della memoria. Si distruggono i suoi libri, la sua cultura, e la sua storia. E qualcun altro scrive altri libri, lo fornisce di un’altra cultura e inventa un ‘altra storia”.

E di tutto questo, caro amico, pare lei non se ne sia reso conto ostinandosi a credere ai mestatori della storia, ed a destra e a manca, offendendo con lo stile che lo contraddistingue chi non la pensa come lei e con ciò negando ostinatamente che i nostri mali vengano da lontano e continuando a giustificare, beato lei, gli sprechi di un inutile convegno come quello sullo sbarco degli alleati in Sicilia che meritava ben altra trattazione. Si faccia una ragione che gli sprechi, per inutili iniziative come quelli sul convegno dello Sbarco alleato in Sicilia, sono una cosa, i costi per la cultura sono ben altra cosa.
Infine, come le dicevo prima, i suoi “ apprezzamenti” (che, scadendo al suo livello, potrei definire miserabili cialtronerie, ma ciò non rientra nel mio stile di vita e nel mio lessico e me ne astengo dal farlo), il livore e l’invidia nei miei confronti, lasciando il tempo che trovano, la qualificano e per questo non meritano soverchia considerazione. lei, insomma, per essere chiari, non con le sue parole, non ha descritto me: ha descritto se stesso!
Credo invece che, con le sue gratuite affermazioni e le sue disgustose contumelie, alla fine sia riuscito nell’intento di raggiungere un obiettivo, ossia quello di conquistarsi un posto in Paradiso secondo la massima evangelica. “Beati i poveri di spirito perché di essi sarà il regno dei Cieli”.

Auguri e buone feste

 

 

 

Ignazio Coppola

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