La misura è colma. I Comuni siciliani sono allo stremo. Ai tagli già effettuati, si aggiunge l’incertezza dei trasferimenti futuri. Una situazione che porta l’Associazione dei Comuni siciliani a lanciare l’ennesimo grido d’allarme e a mobilitare tutti i Sindaci della Regione che il prossimo 5 Maggio si sono dati appuntamento a Palermo per fare sentire la loro voce. Nel corso dell’assemblea in programma ai Cantieri culturali della Zisa, presenteranno ufficialmente il documento “I comuni in dissesto tra riforme mancate ed il baratro finanziario” che contiene alcune proposte rivolte al Governo e all’Assemblea regionale per evitare il baratro.
In conferenza stampa stamattina, i numeri del default annunciato:
“In quattro anni, dal 2010 al 2014, il Fondo per le autonomie locali e’ stato dimezzato, passando da 900 a 450 milioni di euro. Adesso assistiamo al taglio del Fondo per gli investimenti di cento milioni di euro e a settembre l’assessorato alla Sanita’ ha aumentato il contributo assicurato dai Comuni per l’assistenza ai disabili del 35%, che significa 30 milioni di euro, altri 50 milioni mancheranno nelle casse delle amministrazioni comunali per i minori stranieri non accompagnati” ha detto Paolo Amenta, vicepresidente di AnciSicilia.
Che ha aggiunto: “La realta’ e’ che oggi il sistema delle Autonomie locali, stretto tra i mancati trasferimenti di Regione e Stato sta implodento. I proclami di Crocetta e dei suoi assessori sono oggi inutili, davanti al rischio di dissesto in cui si trovano decine di Comuni siciliani. Oggi gran parte dei Comuni non e’ in grado di approvare il bilancio di previsione”.
Concetti ribaditi da Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia: “I Comuni siciliani sono tutti in dissesto, perche’ in presenza di una serie di adempimenti necessari, ma senza le indicazioni delle risorse disponibili. Il dissesto finanziario della Regione ricade sui cittadini e si traduce in piu’ tasse e minori servizi. Non c’e’ settore escluso dalla crisi. Il disinteresse da parte della Regione e’ disinteresse verso i cittadini, ecco perche’ vogliamo una risposta seria ed organica. Altrimenti il tema sara’ come lasciare il nostro incarico”.
E sulla riforma che ha abrogato le province siciliane ha aggiunto: “Entro sei mesi i comuni devono aderire ai liberi consorzi ma non sappiamo quali funzioni abbiano. Come faranno i sindaci a shacegliere senza sapere se i consorzi avranno competenza sui rifiuti o sull’acqua? Finira’ che fra sei mesi ci saranno ancora i sindaci delle province e gli imprenditori privati delle discariche potranno continuare la loro sporca speculazione. C’e’ stata una gran polemica su questo con l’ex assessore Marino, ma alla fine ad andarsene e’ stato lui”.
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