18 settembre 2009, Catania. Ore 7:20, edicola di Piazza Mazzini.
Atteso da tempo, l’avevamo annunciato quasi sottovoce: udite udite, il giorno tanto atteso dai lettori catanesi del quotidiano nazionale “La Repubblica” è finalmente arrivato. Per quanti credessero si trattasse dell’ennesima bufala, per quanti invece speravano fiduciosi in una sia pur piccola vittoria del pluralismo dell’informazione, da oggi l’edizione di Repubblica-Palermo, è pronta per essere distribuita, venduta e letta anche nel capoluogo etneo e nelle province della Sicilia orientale.
Una storia lunga, fatta di epiloghi annunciati e intricati risvolti che sembrava non arrivare mai ad una giusta conclusione, quella che per anni ha caratterizzato la vicenda. Protagonisti due quotidiani, uno a tiratura nazionale, “La Repubblica” di Ezio Mauro, ed uno locale, “La Sicilia” di Mario Ciancio.
Nodo della vicenda, un vecchio accordo stipulato tra il direttore de “La Sicilia”, Ciancio, e Caracciolo, allora editore del quotidiano nazionale, per cui nelle tipografie catanesi veniva stampata l’edizione locale “La Repubblica-Palermo” a patto che non fosse distribuita nelle provincie di Catania, Ragusa e Siracusa. Nel resto dell’isola era ed è, invece, possibile leggere le pagine nazionali e quelle siciliane nella stessa edizione.
A dire la loro su questa paradossale situazione sono stati in molti. Una raccolta di firme, accompagnata da una lettera aperta, senza risposta, all’attuale direttore de “La Repubblica” Ezio Mauro, erano state le mosse dei cittadini. Anche un’inchiesta di Report aveva acceso i riflettori sulla situazione. D’altra parte, a sollecitare una revisione dell’accordo Caracciolo-Ciancio era stato il sindacato dei giornalisti con a capo Roberto Natale che, il 5 gennaio, in occasione della consegna del “Premio Giuseppe Fava”, aveva lanciato la proposta di un esposto all’Antitrust. Preparato con l’aiuto di Liberainformazione, l’esposto, però, non era stato mai presentato. Deboli segnali di fumo si avvertivano, infatti, già l’aprile scorso quando fu Step1, in occasione del festival internazionale di giornalismo a Perugia, a sollevare pubblicamente la questione di fronte ad Ezio Mauro. “Stiamo ridiscutendo i termini del vecchio accordo Caracciolo-Ciancio”, erano state le parole del direttore. Di lì a poco fu tutto un vociferare di attesi e sperati risvolti fino all’entrata in scena di un nuovo protagonista. Ufficialmente nominato responsabile di Repubblica-Palermo appena qualche settimana fa, Sebastiano Messina, che già aveva manifestato il suo dissenso sulla mancata distribuzione dell’edizione locale a Catania, aveva finalmente dichiarato a Step1 che la revisione dell’accordo con “La Sicilia” era compiuta, dandoci appuntamento per fine settembre.
Ebbene, puntuale, ecco mantenuta la parola. Possiamo oggi porre un “The end” a questa storia e, per quanti ancora non ci credono, correre diritti in edicola. Naturalmente, l’edizione siciliana di Repubblica – fortemente incentrata sul capoluogo regionale – non può certo bastare a garantire il pluralismo da questa parte della Sicilia. Ma la caduta di una barriera è pur sempre una buona notizia. Che legittima comunque la speranza che, d’ora in poi, il quotidiano di Ezio Mauro dedichi maggiore attenzione a quanto avviene da questa parte della Sicilia.
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