Amt, si dimette il presidente Puccio La Rosa «Periodo delicato, evito conflitti d’interesse»

Puccio La Rosa si è dimesso dopo quattro mesi alla guida dell’Azienda metropolitana trasporti. E assieme a lui rassegna le sue dimissioni anche l’ingegnera Raffaella Mandarano del consiglio d’amministrazione. La notizia è di pochi minuti fa, e arriva a qualche ora di distanza dalla consegna di una lettera al sindaco di Catania Enzo Bianco, con la quale il presidente dell’Amt e la componente del cda spiegano di lasciare i propri posti per evitare «conflitti d’interesse». Per il 10 febbraio è fissata l’assemblea straordinaria dei soci nel corso della quale si provvederà alla nomina dei nuovi amministratori, fino ad allora La Rosa e Mandarano rimarranno in carica.

«In consiglio di amministrazione in questo momento ci sono atti importanti – spiega La Rosa a MeridioNews – Bisogna modificare lo statuto dell’azienda per adeguarlo a quanto previsto dalla legge Madia. E tra i cambiamenti da fare è necessario intervenire anche sull’articolo che regola la nomina del consiglio di amministrazione». Quello stesso articolo al quale ha fatto riferimento il collegio dei sindaci di Amt, sostenendo la presunta illegittimità della nomina proprio dell’avvocato La Rosa. Il quale, secondo un’accusa formulata anche dal consigliere comunale Manlio Messina, non avrebbe i titoli per rivestire il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione della partecipata comunale.

«Ci tengo a precisare che niente di tutto questo è vero. Sia io sia l’ingegnera Mandarano abbiamo pieno diritto di essere dove stiamo. Ma non possiamo permettere, per il bene dell’azienda, che si prendano delle decisioni su cui altri possano avanzare l’ombra del conflitto d’interesse», prosegue Puccio La Rosa. «Gli attacchi politici non sono mancati, ma l’Amt ha bisogno di adeguarsi alla legge – aggiunge – Il mio è il gesto di chi sa di essere nel giusto e vuole agire con responsabilità. Il consiglio di amministrazione deve potere operare sullo statuto in piena libertà. Con l’impugnativa in atto e io ancora al mio posto questo non sarebbe stato possibile».

Luisa Santangelo

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