«La linea del Pd di pretendere di riportare i sindaci sotto il controllo e dentro i recinti dei partiti, politica di cui la cacciata di Ignazio Marino è stata emblema e conferma, si dimostra disastrosa, mortificando i candidati del partito anche e al di là dei meriti e demeriti dei singoli candidati e sindaci coinvolti. Non è certamente un caso la vittoria di Luigi De Magistris, cui rinnovo un abbraccio». A scriverlo in un tweet è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, commentando il risultato dei ballottaggi nelle principali città coinvolte dalla tornata elettorale. L’eco delle elezioni amministrative che hanno visto trionfare il Movimento 5 Stelle a Roma e Torino e che hanno registrato la rielezione di De Magistris a Napoli, con Beppe Sala a Milano e Virginio Merola a Bologna a limitare i danni per il Partito Democratico, è arrivata anche nel capoluogo dell’isola.
Orlando non ha risparmiato strali al Pd, il partito del premier Matteo Renzi che, nel recente passato, da più parti è stato oggetto delle rimostranze degli amministratori locali per via delle difficile situazione finanziaria in cui si sono trovano gli enti locali. Ed è proprio questo il punto su cui si sofferma Orlando nella sua critica al partito del Presidente del Consiglio: «Ora il governo nazionale e il Pd – si legge nella nota – dovranno dimostrare di avere cultura e senso delle istituzioni, dando a tutti i sindaci di qualsiasi colore strumenti e risorse per governare le città, stremate da politiche che hanno frustrato la stessa dignità istituzionale dei comuni, con scelte di austerità non più tollerabili e non più tollerate dai cittadini». Resta da decifrare il significato della sortita di Orlando in chiave politica. Ieri il giornalista Aldo Cazzullo, durante la maratona elettorale su La 7 condotta da Enrico Mentana, ha dato una personale lettura dei complimenti del sindaco di Palermo a De Magistris, rilanciando l’ipotesi del partito dei sindaci. E il richiamo all’indipendenza dei primi cittadini sembra essere coerente proprio la corsa solitaria e vittoriosa dell’ex magistrato per la conferma alla carica di primo cittadino partenopeo.
E se da una parte Orlando manda un segnale chiaro al Partito democratico, incapace finora di esprimere un candidato forte in grado di contrastare il sindaco, tanto che da più parti si parla di un’intenzione chiara da parte dei dem di confluire proprio sul presidente dell’Anci Sicilia, dall’altra la macchina del Movimento 5 Stelle inizia a mettersi in moto. Palermo è già nel mirino e, alla luce degli ultimi risultati elettorali, i grillini si pongono come una forza che non può non meritare la considerazione di chiunque voglia concorrere alla poltrona di sindaco di Palermo. «Su Palermo la considerazione è semplice» spiega a MeridioNews il portavoce Cinquestelle alla Camera, Riccardo Nuti, che alle ultime elezioni cittadine per poco non è riuscito ad entrare in Consiglio con un M5s ancora sconosciuto ai più. «Nel 2012 abbiamo fatto il 4,9 per cento come sindaco e il 4,3 come lista, non raggiungendo la soglia di sbarramento di un soffio, un risultato già positivo se si pensa che erano altri tempi. Adesso l’obiettivo sarà il prossimo anno quello di andare almeno al ballottaggio. Palermo non è una città come le altre, è molto difficile imporsi, è diverso, ma una volta al ballottaggio potremo giocarcela».
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