Ramacca, Palagonia, Mineo, Grammichele, Scordia, Militello in Val di Catania, Catania, Castel di Judica, Paternò, Raddusa e Belpasso. Sono questi i territori della provincia etnea individuati per beneficiare degli interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole per i danni dovuti alle alluvioni dello scorso ottobre che hanno messo in ginocchio i produttori e devastato le produzioni. Ortive in campo pieno, ulivi e agrumi sono le coltivazioni che sono state maggiormente danneggiate nelle zone delimitate dall’ispettorato dell’agricoltura di Catania. Quest’ultimo ha prodotto una dettagliata relazione tecnica con i fogli di mappa che indicano le particelle catastali dei terreni. Su proposta dell’assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera, una delibera della giunta regionale ha dato parere favorevole sulla proposta di dichiarare l’eccezionalità delle piogge alluvionali e di individuare il richiesto fabbisogno finanziario.
La violenta e prolungata ondata di maltempo che si è abbattuta sul territorio catanese lo scorso autunno ha rappresentato un «evento eccezionale» che ha causato ingenti danni alle produzioni e alle strutture aziendali. Nei terreni inondati di acqua, fango e detriti le colture non hanno resistito. «L’asfissia radicale ha determinato sia nelle colture erbacee che negli impianti arborei condizioni di generale sofferenza con ingiallimenti e disseccamenti – si legge nella relazione allegata alla delibera regionale – A questo va ad aggiungersi il danno diretto alle produzioni agrumicole e orticole a causa dei marciumi». Descrizione che tradotta in numeri rende ancora più chiara la portata dell’ondata di maltempo: per le ortive in campo pieno è stato accertato un danno del 90 per cento della produzione che si traduce in un valore di 25.920.000 euro, per gli agrumi la percentuale danneggiata è del 65 per cento (per un valore di 81.510.000 euro) mentre degli olivi ad andare perso è stato il 20 per cento per un valore di 3.960.000 euro. Il totale complessivo dei danni alle produzioni è risultato pari al 55,98 per cento con una perdita per la mancata produzione di 111.390.000 euro.
Non solo produzioni, anche le strutture aziendali e gli impianti produttivi sono stati danneggiati. Nello specifico, per l’inondazione dei terreni da acqua, fango e detriti con perdita della struttura dello strato attivo del suolo è stato calcolato un danno per un importo pari a 1.387.500 euro; per l’inondazione dei fabbricati di 500mila euro; per le frane delle sedi stradali, l’inondazione di stradelle poderali, la perdita della funzionalità delle strutture aziendali e lo svellimento delle recinzioni l’importo del danno è di 15.625.000 euro; altri 45 milioni di euro è il danno calcolato per la perdita dello strato attivo del suolo, l’asfissia delle radici, la perdita della funzionalità degli impianti irrigui e lo sradicamento degli impianti arborei. L’incidenza del danno medio alle strutture calcolato 31,42 per cento che ha portato a una perdita per la mancata produzione di 62.512.500 euro.
In tutti i Comuni dei territori delimitati nella relazione, le precipitazioni registrate nel mese di ottobre del 2018 sono state «nettamente superiori a quelle climatiche di riferimento del periodo e in alcuni casi ben cinque volte in più». A Mineo, per esempio, in 24 ore è caduta metà della pioggia di un anno. Inoltre, gli accumuli registrati a Mineo, Paternò e Ramacca costituiscono un valore che non ha precedenti nella serie storica di riferimento. Che sarebbe quella del trentennio 1965-1995. «In conclusione – si legge nella delibera regionale – si può affermare che i dati di piovosità di ottobre 2018 nelle aree del Nord Calatino (Mineo, Ramacca, Patagonia e Scordia) nonché nell’area Nord orientale dell’Etna (che comprende Linguaglossa, Zafferana Etnea, Piedimonte Etneo) sono stati del tutto eccezionali».
Fogli di mappa dei territori danneggiati: Ramacca fogli da 59 a 63; 75, 76; da 81 a 89; da 92 a 94, 96; da 98 a 119; 122, 133, da 144 a 158; Patagonia fogli da 1 a 19; da 25 a 31; Mineo fogli da 1 a 6; da 20 a 23; da 45 a 66; Grammichele fogli da 10 a 18; Scordia fogli da 3 a 11; da 15 a 19; da 22 a 24; da 26 a 30; Militello in Val di Catania fogli da 1 a 20; da 22 a 24; da 30 a 37; da 45 a 59; Catania fogli 46; da 50 a 67; Paternò fogli da 91 a 102; Belpasso fogli 96, 97, 103, 104, 105; Castel di Judica fogli 5, 6, 26, 27, 28, 36, 37, 43, 44, 47, 49; Raddusa fogli da 9 a 12.
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