È uscita di casa per fare la spesa, ma al suo rientro ha trovato la serratura cambiata e un catenaccio che bloccava il cancello d’ingresso. A mettere i sigilli, l’ufficiale giudiziario per conto del padrone dell’appartamento a cui da tempo non viene pagato l’affitto. A prima vista sembrerebbe una storia comune di inquilini morosi, ma così non è. Protagonista della vicenda è, infatti, una donna che, insieme al marito e alla figlia, vive a Roccalumera, paesino in provincia di Messina, dopo aver perso la casa in seguito alla tragica alluvione di Giampilieri del 2009.
Una sistemazione temporanea garantita dal Comune di Messina chiamato a sostenere le spese per l’affitto, così come risulta dalle carte. Nel 2012 Palazzo Zanca, grazie a fondi stanziati dalla Protezione civile, ha assegnato alla famiglia alluvionata 77mila euro che sarebbero dovuti servire per l’acquisto di una nuova abitazione o la ristrutturazione della casa di Giampilieri. Tuttavia, a distanza di cinque anni, i soldi non sono mai arrivati per non meglio specificati «problemi burocratici». La signora, insieme ai familiari, ha pertanto continuato ad alloggiare nell’abitazione di Roccalumera fino a quando una sentenza del tribunale di Messina le ha intimato di sgomberare la casa, considerandola morosa.
«Il pagamento dell’affitto non spetta certo a noi – spiega la protagonista della vicenda -. Siamo vittime di una situazione paradossale: non abbiamo i soldi che ci spettano e le notifiche del Tribunale non le abbiamo mai ricevute poiché sono stata inviate a Giampilieri dove risulto residente. Capisco le ragioni del padrone di casa, ma io e la mia famiglia da oggi non avremo un posto per andare a dormire e di certo non per colpa nostra». La donna non ha potuto fare altro che rientrare momentaneamente nella vecchia casa di Giampilieri, tutt’ora inagibile e ricadente nella zona rossa del paese. «L’immobile è in condizioni precarie – racconta -. Non abbiamo l’allaccio ad energia elettrica, gas e rete idrica. Ma è l’unica soluzione che ci è stata consigliata anche dal nostro avvocato».
Resta da capire il motivo del mancato riconoscimento del risarcimento garantiti dal Comune di Messina, ma ancora bloccati nei meandri della burocrazia amministrativa. Intanto, secondo Sebastiano Pino, assessore alle Politiche della casa e alla Protezione civile di Messina, l’amministrazione comunale ha avuto l’obbligo di pagare l’affitto fino al 2013, anno in cui è cessato lo stato di emergenza. «Da quella data in poi – precisa Pino – è stata progressivamente trovata una soluzione alle tante famiglie alluvionate. Sono state avviate delle ricognizioni sui luoghi colpiti dalla tragedia per valutare l’agibilità delle case e permettere ai proprietari di rientrare negli appartamenti. Altri invece hanno acquistato una nuova abitazione tramite i fondi garantiti della Protezione civile. Bisognerà adesso comprendere – ammette l’assessore – perchè per questa famiglia l’iter si è inceppato». A sua volta, la Protezione civile – contattata da MeridioNews – si è dichiarata «incompetente» sulla questione visto che, una volta cessata l’emergenza, tutto è finito nella mani del Comune peloritano.
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