Una bella giornata di sole, dopo la notte di grandine e tempesta. La mattina dell’8 marzo anche in viale Moncada 17, a Librino, il nubifragio ha lasciato le sue tracce: ghiaccio e neve agli angoli delle strade. E poi una grande pozzanghera e fango, tanto fango. Ma qui al fango non ci si fa mai caso, soprattutto oggi che è giorno di festa: finalmente si consegnano gli alloggi del nuovo palazzone rosa a 32 famiglie bisognose, in attesa da anni.
Una decina di operai sono a lavoro, tra cavi e rifiniture, in attesa che arrivino gli inquilini. E, forse, arriverà anche il sindaco. «Occhio, ca ti nni cali» urla un ragazzino da uno scooter, aggrappato a un coetaneo che, con perizia degna di un driver finalndese, si destreggia con scarso grip nel misto stretto su fondo fango-neve. Qualche problema il maltempo sembra però averlo procurato all’imprenditore Anzalone, il costruttore che ha realizzato l’edificio per il Comune di Catania. La sua Jaguar ultimo modello è posteggiata, bella e blu scuro, sotto l’enorme palazzone color confetto, e vistosi schizzi di fango ne deturpano la fiancata. Oltre a questo, un secondo problema: degli inquilini non c’è traccia.
«Sì, dovrebbero venire a momenti, l’orario previsto era le 9» mi conferma il responsabile di cantiere alle 9 e 10, che «con permesso» continua a dirigere gli ultimi lavori. Entro nell’atrio in quello che non sembra il classico edificio di Librino ma nella sua semplicità ha delle buone finiture. C’è il marmo, e non c’è traccia degli accostamenti di colori arditi a cui ci hanno abituato gli edifici Iacp. Il colore dominante è il rosa, simbolo ormai dell’edilizia convenzionata a Librino. Parlo con alcuni operai, tutti intenti in piccole mansioni di rifinitura, ma nessuno ha idea del perché degli inquilini non ci sia traccia. Esco, passo il guado e oltre trovo le due donne incontrate pochi giorni prima, questa volta in auto. «Noo, se ne parla a mezzogiorno per la consegna, ci hanno detto così» mi risponde la prima, che attende in auto con tanti bambini e la madre, assegnataria di uno degli alloggi. Perplesso, torno a chiedere informazioni. Sono le 9 e 20.
«Guardi, l’orario previsto era le 9, potrebbe esserci stato un equivoco, faccio una telefonata». Mi guardo un po’ in giro, attratto da un scena surreale: i ragazzini in scooter, con l’asso del controsterzo alla guida, applicano un rituale di corteggiamento fatto da vorticosi giri intorno alle “prede”, 3 ragazzine che giocano a lanciarsi palle di neve. La neve a Librino non è l’unica sopresa del giorno. Il tono della telefonata tra il responsabile di cantiere e il Comune sembra di scontro: «Non ci avete avvertito che la data di consegna era stata spostata, abbiamo qui tutti gli operai e il principale è venuto apposta». Sento da non troppo lontano anche il seguito si parla prima di ascensori «non ci avevate detto che dovevano essere collegati alla corrente di cantiere» e poi di date «Ma come martedì? Qui è presente la stampa, cosa gli diciamo?».
A fine telefonata la stampa viene congedata con «Ci scusi, c’è stato un disguido». Martedì 13 dovrebbe essere il giorno della consegna reale. Fuori, la famigliola è ancora in auto, discute. «Martedì, mattri, e comu facemu?», grida la donna alla guida. «Facemu ca a nica si cucca nti mia e u masculu u mannamu nda zia?»
Cinque agenti del reparto mobile di Palermo sono rimasti feriti nel Centro di permanenza per…
È ricoverato in Terapia intensiva il ragazzo di 19 anni che è caduto con la…
In occasione della gara di calcio Catania-Trapani, disputata ieri 15 novembre presso lo stadio Massimino…
I carabinieri di Francofonte, in provincia di Siracusa, coadiuvati dall’unità cinofila antidroga dei carabinieri di…
Quattro lavoratori in nero, come già scoperto durante un controllo di qualche mese fa, mancata…
«Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa del nostro concittadino Giuseppe Librizzi. In questo momento di…