Dopo aver visto cos’è capitato con i subprime e come questi siano stati la scintilla che ha inescato la crisi, focalizziamoci adesso sulla crisi dellEuro. visto che le cause profonde sono da rilevare nella struttura dellUnione Monetaria. Abbiamo già accennato a come il debito pubblico sia cresciuto a causa di un debito del settore privato causato dalleccessivo utilizzo del credito. Come abbiamo visto molti economisti avevano avvertito i politici circa le difficoltà che lU.M.E. avrebbe incontrato con una tal strutturazione. La crisi dellEuro infatti ha molte caratteristiche in comune con decine di crisi valutarie susseguitesi nel secolo scorso. Leconomista argentino Roberto Frenkel (conosciuto in Italia anche grazie ai lavori di Alberto Bagnai e Sergio Cesaratto)(1) partendo dal modello dinstabilità finanziaria di Hyman Minsky, ha studiato i comportamenti dei mercati finanziari nelle economie emergenti che hanno subito crisi valutarie dopo la deregolamentazione del periodo Reagan-Thatcher. Leconomista, riflettendo sulla crisi argentina, ha evidenziato un comportamento simile in tutti i casi precedenti e spiega che a causa dellagganciamento nominale del cambio e alla contemporanea deregolamentazione della circolazione dei capitali, i paesi con i fondamentali più forti inondano di liquidità i paesi più deboli. In questo modo i paesi più forti lucrano sui tassi dinteresse e allo stesso tempo le economie periferiche accedono al credito relativamente a buon mercato. In questo modo però leconomia della periferia viene drogata dallaccesso facile al credito, provocando linnalzamento del debito estero.Il PIL allinizio aumenta e questo crea euforia nei consumi, facendo alzare i prezzi. A questo punto i beni dimportazione diventano più convenienti anche sulle fasce basse. Ora accade che per uno schock esterno qualunque (poniamo ad esempio il caso Lehman Brothers) il centro comincia a dubitare del rimborso dei debiti della periferia. Si verifica così un sudden stop ovvero un deflusso dei capitali dalla periferia verso il centro; così gli spread aumentano (i paesi del centro lucreranno anche sui tassi dinteresse dei titoli di Stato) e lo Stato periferico è obbligato a ripianare le perdite delle banche e a sostenere i redditi delle imprese e delle famiglie indebitandosi sul versante pubblico. Si entra in crisi sistemica, il paese periferico non può più pagare il debito non riuscendo a piazzare i titoli governativi per la perdita di credibilità ed è costretto a sganciarsi dalla valuta di riferimento.
Ecco ad esempio come la Germania grazie alle riforme del lavoro Hartz (dal nome del consulente del governo Peter Hartz) volute dal governo del socialdemocratico Schröder, riuscì a disciplinare la classe lavoratrice contenendo domanda interna e, conseguentemente, linflazione. Grazie ai differenziali dinflazione più bassi dEuropa, la prima economia dellunione ha conseguito vantaggi competitivi sul mercato internazionale, a discapito degli altri, e migliorando la propria bilancia dei pagamenti soprattutto di parte corrente.
Fig. 1 Differenziali dinflazione tra paesi dellEurozona e Germania
Fonte: goofynomics.blogspot.it
In tutti i paesi delleurozona (compresa lItalia) linflazione è stata in media più alta che in Germania prima delleuro e dopo leuro.
Fig. 2 Saldo delle partite correnti in percentuale del PIL in Germania e P.I.I.G.S.
Fonte: data base del Fondo Monetario Internazionale
Fig. 3 Saldo delle partite correnti, accreditamento (+) o indebitamento estero (-), in milioni di dollari in Germania e P.I.I.G.S.
Fonte: data base del Fondo Monetario Internazionale
I grafici si commentano da soli. In particolare notiamo come la Germania abbia accumulato crediti nei confronti del resto dellEuro zona. Quindi la teoria dellA.V.O. endogena e del conseguente aumento del commercio del 200% dello studio di Rose risulterebbe falsa. LEuro Zona è unarea a somma zero e vi è stato uno spostamento di quote di mercato dai paesi periferici verso quelli del centro. Tale affermazione è inoltre avvalorata dal fatto che non abbiamo assistito ad un contemporaneo miglioramento del saldo commerciale della Germania nei confronti dellarea extra Euro.
Fig. 4 Saldi commerciali della Germania in miliardi di dollari
Risulta chiaro dalla lettura della figura 4 il miglioramento dei saldi commerciali della Germania nei confronti dellEZ. Il saldo col resto del mondo è andato peggiorando negli anni e quindi il luogo comune che la Germania rappresenti la locomotiva dEuropa è ormai un falso storico.
Note:
1. Leggasi al riguardo i saggi di Bagnai e Cesaratto in Oltre lausterità, e-book per Micromega 2012.
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