Alla Galleria X3 Past-Euphoria. Post Europa In mostra gli scatti del palermitano Fabio Sgroi

Scorci di città e sguardi di uomini e donne che hanno in comune i segni di un passato ancora recente e l’instabilità del presente in cui vivono: sono i soggetti degli scatti raccolti in Past-Euphoria. Post Europa, la personale del fotografo palermitano Fabio Sgroi, attualmente in mostra a Palermo alla Galleria X3 e curata da Salvatore DavìPast-Euphoria è un’indagine iniziata da Sgroi a partire dagli anni Novanta e che continua fino ai nostri giorni, un progetto che immortala i luoghi e i popoli dei paesi dell’Europa Centro-Orientale. Un diario visivo in progress, in cui il fotografo annota gli effetti delle dinamiche geopolitiche degli ultimi decenni, dalla caduta del muro di Berlino fino alla costituzione della Comunità Europea.

Il concetto intorno a cui ruota il lavoro di Sgroi è quello di identità, che si sviluppa su diversi livelli: individuale, nazionale e continentale. A partire dalla Germania, paese dal quale parte il viaggio del fotografo, vengono colti gli sguardi di donne, uomini e bambini provenienti dall’Albania, l’Austria, la Bulgaria, la Macedonia, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Romania, la Slovacchia e l’Ungheria, paesi in cui il peso del ricordo di muri, frontiere, guerre, totalitarismi, rivoluzioni e speranze grava sulla loro storia ed è ancora attuale e tangibile.

Gli sguardi malinconici dei personaggi ritratti da Sgroi, nonostante siano di diverse nazionalità, condividono la condizione di incertezza di chi è incastrato tra il peso del passato, la titubanza del presente e la speranzosa euforia di un futuro migliore, in nome di un’aspirata democrazia che si traduce in un progetto di comunità identitaria che però è più ideale che reale, non riuscendo ancora ad abbattere le frontiere dei confini e del pregiudizio.

«Past-Euphoria è nato mentre lavoravo a un altro progetto sui Balcani, negli anni della nascita della Comunità europea e della sua apertura ai paesi dell’Est – racconta Sgroi -. Comunità che però non riusciva a unire le varie identità e peculiarità dei nuovi membri, che emanavano un’energia palpabile per il nuovo nonostante le cicatrici visibili di un passato che soffocava la loro stessa identità. Io sono stato attirato da questa energia che portava verso il nuovo ma allo stesso tempo indietreggiava come un doppio binario» – conclude il fotografo. La mostra è visitabile fino al 20 gennaio, dal lunedì al sabato, dalle ore 16 alle 19, ingresso libero.

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