Ex Province: niente elezioni, slittano a luglio Ma si va verso voto diretto, forse in primavera

«Abbiamo fatto una proroga secca delle elezioni di secondo livello. Ma è chiaro che c’è l’impegno per un ritorno al suffragio universale». Alla fine di «un confronto sereno» l’annuncio lo dà Salvatore Cascio, presidente della commissione Affari istituzionali all’Assemblea regionale. È lui che negli ultimi giorni ha dovuto moderare il lungo confronto tra le forze politiche sull’ipotesi di un ritorno al passato per le Città metropolitane e i Liberi consorzi di Comuni. La proposta è arrivata in aula, in piena sessione di bilancio, dal deputato di Forza Italia Vincenzo Figuccia, che ipotizzava un ritorno all’elezione diretta per la governance degli enti di area vasta, in virtù del risultato referendario e della vittoria dei No alla riforma costituzionale. Il governo regionale ha più volte tentato la via del dialogo per non stravolgere nuovamente la più stropicciata delle riforme varate in questa legislatura, ma alla fine la maggioranza ha avuto la meglio. 

Un percorso verso le urne che «naturalmente – sottolinea Cascio – non viene inficiato dal rinvio del voto al prossimo 31 luglio. Al contrario è auspicabile che si acceleri sulla norma che riporta il voto diretto negli enti di area vasta e che entro le prossime elezioni amministrative si voti anche nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitane». Un’ipotesi che «dipende da una quadra ancora da trovare. In ogni caso – evidenzia ancora il presidente della prima commissione – i consigli provinciali verrebbero ridotti nel numero di componenti».

L’Aula intanto discuterà del ddl che rinvia il voto il prossimo martedì, al termine della presentazione degli emendamenti. Nell’attesa, a Sala d’Ercole ecco registrarsi l’ennesimo nulla di fatto, a causa dell’assenza del numero legale. La norma sugli Urega, all’ordine del giorno nella seduta di oggi, non è stata discussa nemmeno oggi, tra i mal di pancia delle opposizioni, scocciate dal deserto tra i banchi dell’Aula. «Prendo atto della mancanza del numero legale», ha sottolineato il presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone, facendo appello «soprattutto alla maggioranza» per portare avanti i disegni di legge.

Critiche anche dal deputato dem Pino Apprendi: «Ancora una volta all’Ars non è mancato solo il numero legale, è mancato il senso del pudore e della responsabilità istituzionale, innanzitutto da parte della maggioranza che ha il dovere di essere presente e di permettere il regolare svolgimento dei lavori d’aula. Mi auguro che il richiamo del presidente Ardizzone serva a qualcosa e che dalla prossima seduta ogni parlamentare possa essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio mandato».

Miriam Di Peri

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