«Romanzo siciliano racconterà una guerra, quella fra bene e male» dice subito Alessio Vassallo, attore palermitano dedito al teatro, al cinema e alle serie web. E anche alle fiction, come quella girata a Siracusa e prodotta da TaoDue, Romanzo siciliano, che andrà in onda a partire da lunedì 16 maggio per la regia di Lucio Pellegrini. La serie annovera, fra gli interpreti, anche Claudia Pandolfi, Fabrizio Bentivoglio e un altro siciliano, il messinese Ninni Bruschetta, che vestirà i panni del boss latitante Salvo Buscemi. «La serie è uno “sparatutto”, un po’ come Squadra antimafia – prosegue l’attore – però mette in luce tutti gli sforzi che le nostre forze di polizia fanno quotidianamente per salvaguardare la nostra incolumità e il lavoro oscuro, quello sottotraccia».
Questa volta Vassallo non sarà un vice commissario donnaiolo come ci aveva abituato ne Il giovane Montalbano, ma interpreterà il suo primo cattivo in assoluto, ruolo per il quale si è preparato con la stessa dedizione che ha riservato ai ruoli del passato: «Sarò uno dei cattivi della fiction e da metà serie in poi il mio personaggio decollerà, inizierà un’ascesa al potere vera e propria, nel tentativo di diventare il cosiddetto capo dei capi», svela l’attore. «Mi sono divertitio a interpretare il mio primo cattivo. Quando si prepara un ruolo così non si può certo andare per strada e sparare alla gente per vedere cosa si prova, perciò ho dovuto toccare delle corde molto delicate e profonde, dei lati un po’ oscuri del mio essere e che abbiamo tutti». Risultati? «Non ho fatto il cattivo classico, con la tipica faccia accigliata, che non ho. Piuttosto ho lavorato sulla frustrazione e la rabbia di un ragazzo nato e cresciuto nella malavita e che vuole fare carriera lì, pur essendo molto combattuto. Non è un cattivo stereotipato il mio, ma un personaggio molto contrastato che si ritrova alle prese con una realtà più grande di lui».
Inevitabile non pensare anche a Gomorra, serie italiana di successo che racconta la camorra e la cui attuale seconda stagione sta sollevando non poche critiche per via di una presunta enfatizzazione dei boss protagonisti, che rischia di stimolare l’emulazione da parte dei giovani: «In Gomorra i cattivi vengono mitizzati, però mostra cosa accade realmente. È importante saper filtrare tutto, anche con le cosiddette fiction antimafia» spiega Vassallo, che continua: «Alle polemiche recenti rispondo che si deve mettere in scena anche questo. Purtroppo il male ha sempre affascinato, altrimenti non esisterebbero Il padrino, Scarface, Arancia meccanica, Quei bravi ragazzi, capolavori indiscussi del cinema. Quindi non capisco perché Gomorra non dovrebbe andare in onda. È chiaro che ci devono essere dei contraltari, dei prodotti che partano anche dalle vittime e che scavino a fondo esattamente come si fa per descrivere il male, senza però edulcorazioni o facile sentimentalismo».
L’attore seguirà le puntate di Romanzo siciliano dalla sua casa di Roma, ma con un pensiero costante a Palermo: «La mia palermitanità conta moltissimo per me, non solo in quello che faccio, ma anche in quello che penso. Quando recito – racconta orgoglioso – mi capita di pensare la battuta prima in palermitano e solo dopo in italiano. Questo perché noi abbiamo un modo di fare e di comunicare che è unico, è tutto nostro e per me rappresenta un valore aggiunto». Vassallo, però, tornerà presto nella sua città natale, in occasione dello spettacolo dedicato alle storie delle vittime di mafia meno note, Dieci storie proprio così, che andrà in scena al Teatro Biondo il 23 e 24 maggio. Uno spettacolo tutto al femminile, con la regia di Emanuela Giordano e l’ideazione a firma di Giulia Minoli, figlia del noto giornalista e conduttore, oltre a essere in partnership con NOma, l’applicazione di luoghi e storie NOmafia nata da un’iniziativa dell’associazione culturale Sulle nostre gambe. Ma Palermo non è solo mafia e commemorazioni. È anche calcio e Vassallo non può non rivolgere un pensiero ai rosanero, azzardando anche un pronostico per Palermo-Verona: «È stata un’annata sciagurata. L’anno prossimo spero di avere meno colite. Comunque è certo che ci salviamo, altrimenti non sarebbero serviti gli sforzi fatti nelle ultime partite e senza i quali saremmo già in B. Finirà 2-0, segneranno Gilardino e Vazquez».
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