«Quello di scrivere è un bisogno che sento». Alessio Arena ha 19 anni, fa il poeta e ha già cinque pubblicazioni all’attivo. Tre in collaborazioni con altri autori e due interamente di sue poesie. «I miei amici mi prendono in giro dicendo che sono anziano dentro – racconta a MeridioNews non senza lasciarsi scappare un sorriso – ma io non me la prendo, anzi penso che avere 19 anni non sia in conflitto con il comporre: ci sono tantissimi ragazzi che scrivono e l’unica differenza è che io sono riuscito a pubblicare i miei lavori».
Appassionato di musica, Alessio suona anche la batteria in un duo, componendo le proprie canzoni inedite e frequenta il primo anno della facoltà di lettere all’università di Palermo. Ha cominciato a scrivere da piccolo: aveva appena nove anni quando è stato inserito in un’antologia curata dal poeta Elio Pecora, mentre l’anno scorso è arrivato il suo primo lavoro esclusivo: una raccolta di suoi componimenti dal titolo Discorsi da Caffè. «A coloro che hanno difficoltà a trovare una via per diffondere le proprie opere – continua il giovane – e magari scrivono sotto i banchi della scuola, nascondendosi, vorrei consigliare di essere sfacciati: partecipate ai concorsi se credete che quello che fate possa essere rilevante, inseguite gli editori; solo così si può emergere in questo mondo dove non si da molta attenzione alle nuove promesse».
Con un curriculum pieno di riconoscimenti e premi letterari, Alessio è stato anche annoverato tra i Poeti Italiani del nostro tempo dall’Accademia de’ Nobili di Firenze, della quale, dallo scorso anno, è anche membro con il rango di Cavaliere Accademico per meriti artistici e letterari. L’ultima pubblicazione s’intitola Cassetti in Disordine, un titolo che richiama alla necessità del caos per creare. È una raccolta «eclettica e dai temi variegati e intimistici – spiega Alessio – ma che vogliono anche fare riflettere chi legge. Sono dell’idea che la poesia si faccia in due: è il lettore che deve interpretare il messaggio di chi scrive. Per quanto riguarda le tematiche spaziano molto, da pensieri personali all’attualità delle stragi del Mediterraneo, il genocidio dei nostri tempo».
In tutte le poesie del libro il filo conduttore è il fine, che Alessio rivela essere quello di esortare a guardare il mondo in maniera differente e stupirsi anche delle piccole cose: «Vorrei contribuire a scardinare la visione della poesia come espressione della tristezza, io la intendo invece come espressione della bellezza da condividere».
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